“Sono stata la Dama Bianca”: un teaser dal Friuli per raccontare il femminicidio a Hollywood

Dal castello di Duino agli studi USA, Elisabetta de Dominis lancia il teaser ispirato a una leggenda per promuovere il concorso “Bella da morire” e la piattaforma Kepown

Elisa Grando

Un uomo e una donna si baciano, sullo sfondo dell’antico castello di Duino. Dopo pochi fotogrammi, però, scorgiamo sul volto di lei un livido: un litigio più violento, in macchina in Costiera, è preludio di una tragedia. Come quella triste e misteriosa della leggenda della Dama Bianca. Questa è la storia che, nello spazio di una manciata di secondi, suggerisce il teaser di “Sono stata la Dama Bianca”, tratto da un racconto della triestina Elisabetta de Dominis, pensato per promuovere il concorso letterario sul femminicidio “Bella da morire” e da poco presentato al Salone del Libro di Torino.

Il concorso è lanciato ogni anno da Kepown, la piattaforma editoriale di autopubblicazione online nata per conservare le memorie personali e di famiglia attraverso la scrittura autobiografica. De Dominis, giornalista e scrittrice, è la fondatrice di Kepown: nel 2023 è stata scelta, con altre nove imprenditrici italiane di start up di vario genere, per presentarla negli Stati Uniti alla Ice - Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane e ITA Los Angeles.

Sempre in California ha partecipato a IITV, un forum dei grandi produttori di serie tv americane, e ha capito che Hollywood ha fame di nuove storie: «Ho presentato la piattaforma con un filmato realizzato da friulano Simone Vrech e ho ricevuto tantissime richieste di appuntamenti», racconta de Dominis. «L’industria americana soffre la concorrenza delle serie tv turche e coreane e sta cercando nuove storie. Una produttrice mi ha chiesto di vedere un teaser: ho capito che è il mezzo richiesto dall’industria del cinema per capire come un racconto possa diventare un film, magari anche ambientato nella nostra regione o che narri una storia avvenuta in Friuli Venezia Giulia». Così, de Dominis ha chiesto a Vrech di dirigere il teaser di “Sono stata la Dama Bianca”, la storia di una donna vissuta negli anni ’60 (interpretata da Tjaša Dornik) che, risvegliatasi dal coma dopo un incidente, è certa di essere stata la Dama Bianca, la leggendaria signora che ha abitato il castello di Duino nel XXII secolo vessata dal marito, trovando paralleli con la sua drammatica storia di coppia. Il teaser è stato presentato al Salone del Libro di Torino ed è solo il primo assaggio di un progetto più allargato con il quale Kepown guarda all’industria delle immagini: realizzare diversi teaser a partire da altri tra i quasi mille testi presenti sulla piattaforma.

«A Hollywood sono molto richieste le storie del passato, sul modello di “Outlander”, serie girata in Scozia e arrivata all’undicesima stagione, una storia d’amore che attraverso i secoli a ritroso, dalla Seconda guerra mondiale agli inizi del Settecento. Quindi storie con un contesto storico preciso, ma che guardino all’inclusività, che abbiano per protagoniste donne forti».

Kepown nasce proprio dal bisogno di salvare le tante storie personali del Novecento che hanno tessuto anche il passato del nostro territorio, comprese quelle degli esuli giuliano-dalmati: «La mia famiglia era dalmata dell’isola di Arbe: sono scappati l’8 settembre 1943 con solo i vestiti estivi addosso», dice de Dominis. «Ho ereditato solo storie: è l’unica cosa che mi è rimasta dalla mia famiglia».

Su Kepown i testi depositati sono protetti dal plagio: «Sulla nostra piattaforma tutti possono depositare le proprie storie, pubblicare con un click ed essere letti in tutto il mondo», dice de Dominis. «Non c’è una selezione all’entrata: è la community che decide quali sono i testi valevoli o meno, tramite le visualizzazioni e i commenti. A breve, avendo concluso l’iter di sperimentazione come start up, introdurremo un sistema di revenue che fornirà sconti per l’utilizzo dei servizi editoriali e audiovisivi come l’editing e la stampa, ma anche la realizzazione di un teaser o la presentazione a case di produzione cinematografica, perché queste storie possano raggiungere il piccolo e il grande schermo».

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