Tom Hardy si sdoppia nei terribili gemelli Kray

ROMA. Dopo aver subito con invidia l'impatto del fascino della Swinging London degli anni ’60, compresi abiti e musica, in “Legend”, film di chiusura della Festa di Roma e in sala dal 21 gennaio, entriamo in una gangster story che non annoia nonostante i 131 minuti. Firmata da Brian Helgeland (Oscar per la sceneggiatura di L.A. Confidential, Mystic River), il film vede un Tom Hardy che si sdoppia per raccontare la leggenda dei gemelli Kray (Reggie e Ronnie) due gangster dell'East End che avevano in quegli anni in mano Londra. Reggie è la parte sana della coppia, duro quanto basta, ma anche estremamente lucido. Ronnie (lo stesso Hardy con occhiali e viso gonfio) è invece uno psicopatico criminale, gay dichiarato. Uno capace di sfondarti il cranio con un martello specie quando non prende gli psicofarmaci. Insieme, i gemelli Kray conquistarono, passo a passo, la città non senza imbattersi nelle lotte di potere e alleandosi, prima con lo spietato gangster Charlie Richardson, e poi con la mafia americana che voleva estendere il suo potere dall'Avana a Londra.
Tra thè e torte nell'amata casa della madre entra nella vita di Reggie una donna, Frances Shea (Emily Browning), una brava ragazza che poi diventerà anche sua moglie, ma con una missione: quella di salvarlo. Nel frattempo l'impero dei Kray inizia a sfaldarsi anche per la follia senza controllo di Ronnie.
I fratelli Kray sono ancora una vera leggenda. Su loro sono stati scritti decine di libri, e furono nella Londra di Abbey Road la parte maledetta come i Rolling Stones in campo musicale. «Fanno parte di Londra e del suo folklore - dice il regista - e sono raccontati come due gangster psicotici o, al contrario, come moderni Robin Hood, talmente gentili da fermarsi per tenere la porta aperta alle vecchiette di Bethnal Green».
Riproduzione riservata © Il Piccolo