Tommy Emmanuel si infuria dal vivo per un telefono

Guai a infastidire con un telefonino dalla platea un ragazzone di 61 anni, matto per la chitarra, dalle movenze da cartoon, un Jerry Lewis sorridente e felice per definizione. Scontro sfiorato l’altra...

Guai a infastidire con un telefonino dalla platea un ragazzone di 61 anni, matto per la chitarra, dalle movenze da cartoon, un Jerry Lewis sorridente e felice per definizione. Scontro sfiorato l’altra sera al Massimo di Pescara durante il concerto di Tommy Emmanuel. Il chitarrista, al termine di una dolcissima versione di “Somewhere over the rainbow”, ha sceso un paio di gradini che portano in platea, si è fermato, ha indicato con il dito un tizio seduto e gli ha fatto segno che gli avrebbe tagliato la gola. «Tu e quel telefono!», ha strillato tra gli applausi degli spettatori che hanno capito che Emmanuel era stato disturbato mentre suonava.

«Quando suono cerco di dare tutto me stesso per voi spettatori - ha spiegato rosso in viso il fenomeno australiano - e queste cose mi feriscono. Se proprio devi, prendi quel telefono ed esci. Ma comunque... scusate», detto tutto in inglese, ma in italiano l'ultima comprensibile parola.

Un boato di applausi, di un pubblico venuto da più regioni, ha poi segnato la ripresa del concerto, nello strapieno Massimo di questo fantastico showman, raro esemplare di orafo e falegname della chitarra nello stesso tempo, motore da carro armato al servizio della virtù talentuosa che pochi possiedono: suonare, farlo con gioia, divertirsi, divertire.

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