Torna al teatro Verdi di Trieste l’Orfeo ed Euridice nella versione originale

Presentata l’opera di Gluck in cartellone del teatro lirico con i debutti di Enrico Pagano (direzione) e Igor Pison (regia)
Patrizia Ferialdi

TRIESTE Orfeo è un mito che nasce in epoca ellenica e attraversa la storia ammantato di suggestioni che non sbiadiscono lungo lo scorrere dei secoli. Che si tratti della versione citata da Platone, che ne parlino Virgilio e Orazio oppure Poliziano e Rilke e perfino Jean Cocteau o che ispiri Gluck nella composizione di quella che è forse la sua opera più famosa, la cosa certa è che la figura di Orfeo, ovvero dell’artista per eccellenza che dell’arte incarna i valori eterni ma anche l’uomo capace di compiere l’irto viaggio dell’anima lungo gli oscuri sentieri della morte per cercare di riportare in vita la sposa amatissima, è molto ben radicata nell’immaginario collettivo e, come tutti i miti, offre la possibilità di raccontare un disagio anche della società contemporanea.

Lo ha ribadito il regista Igor Pison alla press conference di presentazione di “Orfeo ed Euridice” di Christoph Willibald Gluck, tenutasi ieri al Ridotto del Teatro Verdi, presenti il sovrintendente Giuliano Polo, il direttore artistico Paolo Rodda, il direttore d’orchestra Enrico Pagano e la musicologa Sara Zupancic, moderatrice Alessia Cappelletti, in collaborazione con “Amici della Lirica G. Viozzi”.

«Il grande dubbio è come riuscire a rimanere nella tradizione pur declinando il mito in maniera contemporanea – spiega Pison – e quindi la mia idea era quella di trovare delle motivazioni anche psicologiche leggibili nel quotidiano per poter raccontare la storia di un personaggio molto importante e influente come sappiamo essere Orfeo». Non servono i capitelli corinzi per raccontare la storia di un uomo affermato ma il cui successo pesa molto alla consorte, al punto di decidere di ritirarsi dal mondo per diventare un’ombra grigia in una società impregnata di colori, suoni e rumori, una donna che ammutolisce e si racchiude nel suo castello di nevrosi e scontentezze. «Euridice è un ruolo ingrato, per due atti risulta morta e poi canta per ultima nell’opera. Io ho optato per la narrazione di un’Euridice più contemporanea – dice il regista – perché si deve capire che è lei che decide di cantare e, soprattutto, di rimanere con Orfeo. Una scelta che poi ho voluto sostenere e sottolineare anche con l’impiego di due ballerini che sono una proiezione della coppia».

Sul versante musicale verrà proposta la versione originale dell’opera ovvero la versione di Vienna del 1762 «perché – precisa il maestro Pagano – è quella che meglio si adatta al cast che abbiamo a disposizione. Strumentalmente poi sono stati operati dei piccoli tagli nelle ripetizioni dei ballabili ma, nella sua architettura, la partitura è rimasta praticamente integra».

Di grande importanza è il ruolo del coro, coprotagonista insieme a Orfeo specie nel secondo atto e «questi sono sicuramente momenti molto intensi – dice il direttore – che fanno capire quanto Gluck avesse il senso del teatro. Bellissimo è vedere la metamorfosi delle terribili Furie, che riescono a placarsi ascoltando il suono della lira di Orfeo, un momento straordinario per come viene gestito da un punto di vista formale, musicale ed emotivo». Anche per il giovanissimo Pagano - che la debutta sul podio – l’opera riesce a parlarci «perché i sentimenti che prova Orfeo sono gli stessi che proviamo anche noi, dal ricordo di chi abbiamo perduto alla disperazione che lo spingerebbe al suicidio, e nell’Orfeo delirante, umorale, che cambia stato d’animo palpita l’attualità delle nostre emozioni ed è una cosa in cui ognuno di noi può rispecchiarsi».

Fascinosa suggestione anche nell’applaudita parentesi musicale affidata alle voci di Michela Guarrera, Chiara Notarnicola e Olga Dyadiv, che hanno eseguito le loro rispettive arie accompagnate al pianoforte da Adele D’Aronzo. L’opera – nel nuovo allestimento della Fondazione Teatro Lirico G.Verdi - debutta venerdì 14 aprile ore 20.30, nel cast Daniela Barcellona/Michela Guarrera (Orfeo), Ruth Iniesta/Chiara Notarnicola (Euridice), Olga Dyadiv (Amore), Alexandru Ioan Barbu/Goran Tatar, Georgeta Capraroiu/Urša Vidmar (ballerini solisti). Scene Nicola Reichert, costumi Manuela Paladin, coreografie Lukas Zuschlag, Maestro del Coro Paolo Longo, solisti del corpo di ballo della SNG Opera in Balet Ljubljana. Repliche sabato 15 e venerdì 21 ore 20.30, domenica 16, sabato 22 e domenica 23 ore 16.

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