Torna “I Turcs tal Friûl” il mitico spettacolo scritto dal giovane Pasolini

Magari non se ne può più di "attori in streaming". Ma in attesa di sederci di nuovo davanti a un palcoscenico, l'appuntamento da non mancare è la trasmissione di un titolo importante per il teatro nella nostra Regione: "I Turcs tal Friûl", il testo scritto nel 1944, a Casarsa, da un giovane Pier Paolo Pasolini.
Domani, alle 18 (e fino alle 24) sul canale YouTube e sulla pagina Facebook del Rossetti verrà proposta la registrazione dello spettacolo andato in scena nell'agosto 1996, sull'aia dei Colonos a Villacaccia di Lestizza.
Con la regia di Elio De Capitani, le musiche e i cori dal vivo di Giovanna Marini e un indimenticabile giovane cast condotto da Lucilla Morlacchi, la produzione dello Stabile Fvg, dei milanesi Teatridhitalia e della Biennale di Venezia, aveva debuttato l'anno prima in uno spazio aperto all'Arsenale. Un evento di cui gli annali dell'ente veneziano, e soprattutto il pubblico che vi partecipò, conservano ancora memoria viva.
Nell'agosto dell'anno successivo, "I Turcs" trovarono però il loro "luogo perfetto". La vasta aia colonica, che già da qualche anno faceva cornice agli Avostanis, si trasformò nello spazio in cui raccontare e vivere la sovrapposizione storica che aveva giustificato quel primo lavoro di Pasolini per il teatro. Le invasioni turche nel Friuli del 1499 e gli eccidi e le devastazioni prodotte negli stessi luoghi dalle truppe di occupazione tedesca, nel più tremendo periodo del secondo conflitto mondiale.
«Forse la miglior cosa che io abbia scritto in friulano» aveva pensato, rileggendo il proprio lavoro, il giovane Pasolini. Ritrovato a Casarsa, in una "mitica cassapanca", il manoscritto venne pubblicato solo nel 1976. Non fu difficile costruirci sopra una mitologia locale, che vedeva il dramma della famiglia Colussi (il nome della madre dello scrittore e regista) diventare una specie di profezia, come spesso si è fatto per la scrittura e il pensiero pasoliniano. Ma l'uccisione del fratello Guidalberto (nel controverso episodio delle malghe di Porzûs, febbraio '45) è successivo alla stesura del testo (maggio '44).
L'allestimento dello spettacolo, nel 1995/96, fece sì che attorno a Giovanna Marini e a De Capitani si raccogliesse un gruppo entusiasta di giovani (e anche meno giovani) attori che qualche anno dopo sarebbero diventati "la meglio gioventù" del teatro della nostra Regione. A sfogliare le immagini (frutto della sensibilità fotografica di Luca D'Agostino) si ritrovano molti dei protagonisti odierni. Da Fabiano Fantini a Massimo Somaglino, da Rita Maffei a Claudia Grimaz, da Manuel Buttus a Claudio Moretti. Inoltre, Giovanni Visentin, Gabriele Benedetti, e i triestini Giampaolo Andreutti e Andrea Orel, l'attore che scomparirà nemmeno quarantenne nel decennio successivo. A guidarli, figura austera e antico volto, la bravura di Lucila Morlacchi.
La visione "stream" dei "Turcs tal Friûl" è uno dei tanti appuntamenti di "Una stagione sul sofà", progetto di teatro nell'emergenza, ideato dagli Stabili del Fvg, del Veneto e di Bolzano. Vi partecipa anche lo Stabile sloveno che nella stessa giornata di domani (alle 16 e per 48 ore) manda in video "Zio Vanja" con la regia di Ivica Buljan. —
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