Tre uomini in barca sulle tracce del viaggio della principessa Europa

Il 2019 sarà un anno decisivo per le sorti dell’Europa, con le elezioni di maggio e la Brexit alle porte a fine marzo. Proprio mentre le basi del sentimento europeo paiono sfaldarsi, c’è un viaggio speciale che riprende le tracce dell’identità d’Europa affondata nel mito, tra Grecia e Turchia: è il documentario “Looking for Europe”, realizzato dal regista Alessandro Scillitani insieme a Piero Tassinari, lo storico e professore di Greco antico e Latino all’Università di Cardiff scomparso prematuramente nel 2017, e lo scrittore Paolo Rumiz. Il film sarà presentato al Trieste Film Festival (in programma dal 18 al 25 gennaio al teatro Rossetti e al Teatro Miela) in un evento collaterale speciale in collaborazione con la Società Triestina della Vela e Adriaco.
Tassinari, oltre che amico di Rumiz, era anche uno skipper famoso e grandissimo esperto del mondo classico. È stato lui a concepire questo viaggio speciale che riprende il filo del mito greco di Europa, la principessa fenicia che Zeus, tramutato in toro, rapì per amore e portò a occidente. «Il progetto è nato per Piero», dice il regista. «Da triestino, aveva scelto di trapiantarsi nel Galles a insegnare il greco e la storia. Nel vedere con la Brexit il disfacimento del mito di Europa, sentiva l’esigenza di mostrare ai giovani da dove questo mito nasce, e quindi cosa perderanno. Piero mi ha detto: “Ho una barca, Moja, che ha più di 100 anni. Devo portarla dalla Turchia in Grecia in un viaggio che assomiglia a quello che fece Europa nella leggenda. Ma ho finestre strette, perché sto facendo la chemioterapia”. Con molto garbo, insomma, mi stava dicendo che non si poteva aspettare».
Così, al progetto si è unito Paolo Rumiz e a bordo della Moja i tre sono partiti sulle stesse tappe di quel percorso mitologico: la Rodi delle crociate, l’isola di Simi, Cnido, Patmos, Kos, Delo, Kalymnos. «È stato un viaggio magico. Piero era un persona magnifica, con una saggezza e una competenza straordinarie. Voleva mettere in luce la grande attualità degli antichi e quanto abbiamo da imparare da loro». Andando per mare, però, Tassinari, Rumiz e Scillitani hanno raccolto anche gli umori della gente comune riguardo l’idea contemporanea di Europa: «Quasi nessuno sembra ricordare il mito, anche se eravamo nelle terre in cui è nato. Tutti sono concentrati sulla Merkel, sulla paura dei migranti. Abbiamo trovato una grande sfiducia e una grande inconsapevolezza: chi pensa che l’Europa sia qualcosa da buttare via, ha come unica soluzione quella di chiudersi».
Un atteggiamento ancora più evidente di fronte ai migranti: «Un piccolo esempio: sapevamo che a Kos esisteva un mosaico mitico del ratto di Europa, ma la guardia del museo ci ha detto con una certa rabbia che era stato distrutto dai migranti. Facendo una ricerca, poi, mi sono accorto che la storia era diversa. Siamo al centro di un’epoca di paura e tensione. Con questo film vogliamo portare avanti il desiderio di Piero: trovare nuovi linguaggi per raccontare la situazione attuale. Forse dobbiamo guardare le cose da un’altra angolazione: il passato, pur tra grandi guerre, dimostra che l’Europa è sempre stata terra di scambio, koinè e differenti visioni culturali».
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