Trieste, Fabrizio Coniglio racconta “Il viaggio di Nicola Calipari” al teatro dei Fabbri
Oggi alle 20.30 e domenica alle 18 prende il via la quinta edizione della rassegna AiFabbri2. Lo spettacolo ricostruisce la vicenda dell’omicidio dell’agente e alto funzionario del Sismi ucciso a Baghdad nel 2005

E’ con la performance- inchiesta "Il viaggio di Nicola Calipari", ideata, diretta e interpretata da Fabrizio Coniglio e Alessia Giuliani, che oggi venerdì 24 ottobre alle 20.30 e domenica 25 alle 18 prende il via la quinta edizione della rassegna AiFabbri2, dedicata al teatro contemporaneo e curata dalla Contrada. Il primo appuntamento al Teatro dei Fabbri è un racconto su uno dei casi più controversi della storia recente. Lo spettacolo ricostruisce la vicenda dell’omicidio di Nicola Calipari, agente e alto funzionario del Sismi ucciso a Baghdad, in Iraq, il 4 marzo 2005, dal fuoco amico di militari americani mentre portava in salvo la giornalista del Manifesto Giuliana Sgrena, appena liberata dopo un mese di prigionia nelle mani della Jihad islamica. Lo spettacolo è basato sul diario di prigionia di Sgrena, su frasi e commenti originali di Calipari, sul rapporto sulle dinamiche dell’incidente tratto da un documento ufficiale della delegazione italiana in Iraq e sulle testimonianze del mitragliere americano Mario Lozano. “Sul palco due seggiole simboleggiano i diversi luoghi del racconto – spiega Coniglio - e io e Alessia Giuliani daremo voce ai personaggi che hanno attraversato questa vicenda, regalando al pubblico un “processo mai celebrato”. Metteremo a confronto le dichiarazioni di Sgrena e quelle di Lozano, cercando di essere più neutrali possibili, con la volontà di condurre lo spettatore a una riflessione e a un desiderio di giustizia e verità”. Lo spettacolo inizia con il sequestro di Sgrena mentre sta intervistando la popolazione irachena. Si addentra poi nella sua prigionia, nelle sue paure e nel rapporto con i sequestratori. Riecheggia intanto, in scena, attraverso le violente parole degli “anonimi di internet”, anche la vittimizzazione secondaria di chi colpevolizza Sgrena, perché donna e giornalista, inviata in zone di guerra, cosa da uomini, “invece di starsene a casa”. Ci si immerge nella sua liberazione, frutto di una lunga e difficile trattativa, e nei suoi primi dialoghi con Nicola Calipari, all’interno dell’auto. Un aereo, presto, avrebbe dovuto riportarli in Italia. “Giuliana Sgrena e Nicola Calipari si conoscono in quel momento – sottolinea Coniglio – e in quei venti minuti da loro condivisi sul sedile posteriore della Toyota Corolla guidata dal maggiore Andrea Carpani, anche lui in forze al Sismi, ci sono anche la speranza, l’emozione che vengono distrutte da una raffica di colpi a poco meno di un chilometro dall’aeroporto. Calipari, uomo con un profondo senso dello Stato, aveva sempre messo la vita delle persone davanti a qualunque ragion di Stato. E il suo ultimo gesto, coprire la giornalista col proprio corpo per salvarle la vita, ne è un inequivocabile testimonianza”. Info: contrada@contrada.it o 040947481 Annalisa Perini
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