Trieste, la poesia di Kosovel torna nella riedizione di “Aspri ritmi”

Oggi 13 novembre alle 18 nella libreria Ubik della galleria Tergesteo la presentazione della raccolta

Il grande poeta del Carso Srečko Kosovel
Il grande poeta del Carso Srečko Kosovel

TRIESTE Si terrà oggi alle 18 nella libreria Ubik della galleria Tergesteo la presentazione della raccolta “Aspri ritmi/Ostri ritmi” di Srečko Kosovel (ZTT Editoriale stampa triestina).

L’opera del grande poeta sloveno sarà illustrata dal professor Miran Košuta, in dialogo con il poeta Roberto Dedenaro. Le poesie in sloveno e italiano verranno interpretate dall’attrice Nikla Petruška Panizon. L’evento, inserito nella rassegna “Trieste. Incroci letterari” dedicata all’anima multiculturale della città, è curato da Elena Cerkvenič Grill e organizzato in collaborazione con diverse realtà culturali slovene di Trieste.

Centoventi anni fa nasceva quello che è considerato il più grande poeta del Carso, secondo solo al vate France Prešeren nell’Olimpo della poesia slovena. Per chi vive a ridosso del confine (o meglio, ex confine) tra Italia e Slovenia però è sicuramente più forte e marcata, più vicina alle tensioni e alla bellezza di questo territorio, la poesia di Srečko Kosovel.

Poeta morto giovanissimo, a soli 22 anni, ma che nella sua breve esperienza terrena ha scritto moltissimo (quasi tutta la sua produzione è stata pubblicata postuma). Un autore già conosciuto al pubblico italiano attraverso varie traduzioni, e che ora torna nelle librerie, grazie alla ristampa voluta dall’Editoriale stampa triestina (la prima edizione era del 2011) e con una nuova veste grafica, della raccolta poetica “Aspri ritmi/Ostri ritmi”. Le liriche, tradotte da Jolka Milič (nata nel 1926 e morta nel 2021, ha svolto per decenni un ruolo imprescindibile nella conoscenza reciproca tra la letteratura slovena e quella italiana), sono circa 350 ed erano apparse anche nelle due edizioni dai titoli “Il mio canto” e “Kons” uscite nel 2002 per Il Ramo d’oro.

La raccolta – come rileva il professor Miran Košuta, autore della prefazione all’opera – comprende in buona sostanza un terzo dell’intera produzione poetica di Kosovel, sino ad oggi valutata in un migliaio di liriche o frammenti di esse, un numero impressionante se si pensa, appunto alla breve vita di Kosovel. Che ci ha lasciato, dai suoi primi anni di scrittura, versi intensi sul Carso, su Tomaj, il villaggio sloveno dove ha vissuto ed è morto, sulla terra scura come il terrano e gli abeti, sulla lontananza (lui che, studiando a Lubiana, ad un certo punto si trovò improvvisamente a dover oltrepassare un confine per arrivare a casa sua). —

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