Trieste, l’Istituto sloveno di ricerche festeggia mezzo secolo di storia

Nasceva nel 1974 l’istituzione che avrebbe cambiato il modo di pensare la questione nazionale sul confine orientale. E che oggi guarda al futuro

Pierluigi Sabatti
La Conferenza internazionale sulle minoranze del 1974
La Conferenza internazionale sulle minoranze del 1974

TRIESTE Cinquant’anni fa nasceva lo Slori (Istituto sloveno di ricerche) ma l’idea di un centro che analizzasse la situazione della comunità e la programmazione del suo sviluppo aveva cominciato a maturare dalla metà degli Anni Sessanta. Il battesimo avviene il 21 giugno 1974, dopo un lavoro preparatorio durato oltre due anni affidato allo storico Karel Šiškovič. Ad accelerare l’attività concorre lo svolgimento a Trieste della Conferenza internazionale sulle minoranze, che si tiene dal 12 al 14 luglio di quell’anno, organizzata dalla Provincia, presieduta da Michele Zanetti, insieme alla Regione presieduta da Alfredo Berzanti, due esponenti della sinistra democristiana. Definire l’evento epocale – come scrisse “Il Piccolo” - non è la solita retorica giornalistica, per due motivi. In primo luogo l’imponente partecipazione alla Stazione Marittima di giuristi, storici, linguisti, antropologi italiani ed europei (oltre 1500) che affrontarono la questione in tutti i suoi vari aspetti e in un’ottica continentale. In secondo luogo, l’aver smosso le acque in Italia, ma anche negli altri Paesi del continente e più in là. E averlo fatto da Trieste, che aveva subito la persecuzione dei suoi cittadini sloveni e l’annientamento dei suoi cittadini ebrei, fu un atto coraggioso di alcuni illuminati politici locali, dopo la disattenzione totale dei decenni precedenti, quando non era aperta ostilità, considerando le minoranze poco più di un fenomeno folcloristico.

Alla conferenza i triestini Filibert Benedetic e Miroslav Kosuta presentarono la relazione “Annotazioni sulla storia culturale degli sloveni in Italia”. Fu il primo mattone dell’ente culturale di cui Karel Šiškovič definì l’orientamento e gli scopi, come si evince dell’articolo 2 dello Statuto: “Svolgere studi e monitorare le condizioni e i cambiamenti nel campo delle questioni etniche, delle tematiche inerenti alle relazioni interetniche e interculturali ovvero di tutte le questioni sociali e di sviluppo che interessano la comunità nazionale slovena in Italia, nonché i rapporti sociali e interetnici derivanti dalla sua collocazione nel contesto sociale italiano e nel più ampio quadro europeo”.

Alla prematura morte di Šiškovič il timone fu preso dal sociologo Darko Bratina che istituì metodi innovatori nelle ricerche. Seguì un altro sociologo Emidio Susič, autore, insieme a Danilo Sedmak, del fondamentale testo “L’assimilazione silenziosa”. Quindi Maja Mezgec esperta in “androgogia” (disciplina che studia l'apprendimento e l'educazione degli adulti). Attualmente il direttore è Devan Jagodic, sociologo e la presidente Sara Brezigar (dal 2016), preceduta da Aljoša Volčič (1974-2004) e Milan Bufon (2004-2016).

Approfondiamo le attività dell’istituto, guidati dal direttore Jagodic. Lo Slori effettua analisi dei fenomeni etnici nei settori della sociologia, scienze politiche, diritto, psicologia, linguistica, geografia ed economia. I progetti sono focalizzati sullo studio delle forme di coesistenza nelle società di confine e multietniche.

Fin dall’inizio l’Istituto si è valso della consulenza di due istituzioni scientifiche della Slovenia, l’Istituto per gli studi etnici e l’Istituto di geografia di Lubiana. Con le realtà politiche e culturali italiane la collaborazione si è avviata più lentamente, tenendo presenti le stagioni politiche che si sono susseguite in questo mezzo secolo che ha visto dissolversi la Jugoslavia ed entrare in Europa Slovenia e Croazia. Però oggi è consolidata, specie con la Regione Friuli Venezia Giulia per la quale lo Slori ha fornito supporto scientifico all’organizzazione delle tre conferenze regionali sulla tutela della minoranza slovena nel 2012 a Gorizia, nel 2017 a Gorizia e Trieste e nel 2021 a Trieste. Anche con le scuole italiane sono stati promossi una serie di progetti come “Eduka - Educare alla diversità”; “Mi.Ma. – Le maggioranze conoscono le minoranze” e “Pax factor”. Ampio il raggio delle collaborazioni dell’Istituto con enti simili degli sloveni in Austria e degli italiani in Slovenia e Croazia. Oltre che con le università e gli enti culturali di questi territori nello spirito riassunto dallo slogan “Pensiamo globalmente e agiamo localmente”.

Certo riassumere mezzo secolo di attività non è semplice, per maggiori informazioni si può visitare il sito dello Slori in italiano, molto ben fatto e di facile utilizzo.

La cerimonia si svolgerà oggi alle 18.30 al Kulturni Dom di via Petronio 4, con un titolo significativo “Specchio del prese

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