Tullio Crali a Monfalcone settant’anni di opere sulle ali dell’aeropittura

Dal 22 febbraio alla Galleria d’arte contemporanea l’avventura dell’artista dalmata trapiantato a Gorizia

il percorso



Vuole raccontare una vita artistica, quella del pittore di origine dalmata trapiantato in giovinezza a Gorizia Tullio Crali, dagli esordi all'ultima opera compiuta, la mostra che il Comune di Monfalcone allestirà dal 22 febbraio, e fino al 12 maggio, nella sua Galleria d'Arte contemporanea, in collaborazione con il Consorzio culturale del Monfalcone e l'associazione culturale Luce nella Storia. Un evento quello curato da Marino Degrassi che porterà a Monfalcone 84 opere, documentando 70 anni di attività, dall'iniziale adesione al Futurismo al successivo ingresso nel movimento dell'Aeropittura, fenomeno tutto italiano che seppe imporsi all'interno dall'avanguardia da cui prese le mosse.

In mostra dai primi acquerelli e tempere a soggetto aereo ai brillanti dipinti dedicati alla pattuglia acrobatica delle Frecce tricolori quand'era già oltre gli 80 anni e che ne confermano l'intatto slancio creativo, dal dinamismo plastico delle "Forze della curva" del 1930 alla breve ma fertile esperienza espressionista sul tema dei "Fiori del male" di Baudelaire, dai dipinti di soggetto cosmico riferibili al linguaggio di Prampolini alle visioni in terra di Francia e, ancora, alla splendida, originale lettura e rappresentazione della modernità spaziale. Quadri per la quasi totalità di proprietà della famiglia, messe a disposizione dalla nuora Anna Crali che ha di fatto collaborato al progetto, o provenienti da collezioni private. L'unica opera di provenienza pubblica, in qualche modo immancabile per completare il percorso espositivo, è "Prima che s'apra il paracadute", del 1939, che giunge a Monfalcone dal Museo d'arte moderna e contemporanea di Udine, selezionato cinque anni fa dal Guggenheim di New York come immagine di copertina, e quindi emblematica, del catalogo della mostra "Italian Futurism (1909-1944): Reconstructing the Universe".

La frequentazione del campo d'aviazione di Merna, presso Gorizia, permette al giovane Crali, affascinato dalle potenzialità espressive degli aerei, di copiare del vero i velivoli militari: questo approccio concreto consentirà all'artista di conservare nei suoi dipinti un assetto figurativo, creando piccole storie cariche di suspence. Oltre a essere l'alfiere dell'aeropittura, facendone la propria cifra stilistica, il proprio segno distintivo, Crali è stato il testimone arguto e attento della presenza del Futurismo nella cultura italiana tra le due guerre, vivace attivista del gruppo giuliano attraverso convegni, conferenze, esposizioni. Dei protagonisti del movimento Crali traccia veloci ritratti, capaci però di coglierne con pochi segni l'essenza.

«Degli 80 realizzati da Crali ne verranno esposti 26», ha spiegato ieri, in municipio, il curatore della mostra, affiancato dall'assessore alla Cultura Luca Fasan. In esposizione anche un'opera di Giacomo Balla, del ciclo "Trasformazioni forme spiriti", datata 1918, solo in apparenza un'intrusa, perché Crali volle acquistare il quadro di un esponente di spicco del Futurismo, che verrà esplorato nelle sue diverse sfaccettature in una sezione documentale della mostra in apertura alla GcAc. Saranno esposti, come illustrato da Mauro Steffé per Luce nella Storia, 200 tra documenti e riviste originali, cataloghi di mostre futuriste del tempo, libri d'epoca e i "manifesti" di cui Marinetti, geniale teorizzatore del Futurismo, si servì per far conoscere le linee guida e la visione arte-vita del movimento. Se le opere di Crali troveranno collocazione nel salone principale della GcAc grazie anche a un nuovo allestimento degli spazi deciso dall'amministrazione, la sezione troverà spazio al piano terra e al primo piano dell'edificio, assieme a un approfondimento dedicato a Fortunato Depero, tra i firmatari del manifesto dell'aeropittura e rappresentante del cosiddetto "secondo futurismo". Tanti, insomma, gli stimoli proposti, che saranno peraltro inquadrati nel corso dell'introduzione alla mostra il 22 febbraio alle 17 nel teatro Comunale di Monfalcone e che precederà l'inaugurazione dell'esposizione. —

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