Una ragazza salverà “Oceania”

Il cinquantaseiesimo film targato Disney si ispira al passato e guarda al futuro. D’altronde, dietro la macchina da presa di “Oceania” ritroviamo Ron Clements e John Musker, registi di “Alladin e de “La Sirenetta”, ma è al nuovo corso dello Studio che appartengono il coraggio della principessa protagonista e l’impianto visivo, quanto di meglio appreso dall’esperienza animata CG Pixar. Partiamo però dalla trama. Una vivace adolescente di nome Vaiana (Moana nell’originale, come l’Oceano in lingua Maori) sogna da sempre di poter affrontare il mare. A lungo frenata dal padre, timoroso dell’Oceano a causa di sfortunati eventi passati, la giovane partirà all’avventura per salvare il proprio Popolo, minacciato da un’oscurità che lentamente divora tutto ciò che incontra. Durante il suo viaggio, s’imbatterà nel semidio in disgrazia Maui (la voce originale è quella di Dwayne Johnson), che la guiderà nella sua ricerca per diventare una grande esploratrice. Insieme, i due attraverseranno l’oceano in un viaggio pieno d’azione che li porterà ad affrontare creature feroci e enormi ostacoli, alla ricerca di ciò che Vaiana ha sempre desiderato: la propria identità. Anno di grazia questo 2016 per la Walt Disney Production, con quattro incassi worldwide di stagione e titoli di livello come “Zootropolis” e “Alla ricerca di Dory”. Anche l’esordio americano di “Oceania” (81 milioni) mantiene le premesse di questo anno d’oro, grazie ad una storia originale, visivamente sgargiante e ricca di musica (sette canzoni originali, contraddistinte da percussioni, canti corali e composizioni orchestrali ispirate alla musica tradizionale delle isole del Pacifico).
L’impianto è classico, un tradizionale Viaggio dell’Eroe da percorrere perché tutto non sia più come prima, sia diverso, trasformato, migliore. Tra ostacoli naturali e animali, non manca certo uno degli ingredienti essenziali dell’animazione Disney, la qualità dei comprimari. Un esilarante pollo strabico e un dolce maialino, il magico co-protagonista dal cuore tenero, l’anziana e saggia parente a cui dare ascolto e gli amati genitori da cui prendere obbligatoriamente le distanze, perché troppo limitanti nella propria crescita. C’è infatti da ritrovare l’identità di un’Isola, e la propria, e per farlo non c’è questa volta bisogno di una controparte sentimentale maschile, perché il cuore di Vaiana batte solo per il proprio Popolo, ribadendo l’emancipazione femminile da tempo intrapresa in casa Disney. La Principessa non sogna più e solo il proprio Principe, Vaiana è nata 3000 anni fa ma è una ragazza attuale come poche, ha voglia di scoprire il mondo e di infrangere le regole per inseguire il proprio destino. Non lontana da Pocahontas e da Mulan, Vaiana è una sedicenne tenace e pronta all’azione, come Ariel sfida le leggi imposte per amore da suo padre, con l’aiuto di Maui, sorta di Genio della lampada ingannatore e mutaforme, che avrà bisogno di un personale Grillo Parlante per ritrovare la vecchia via. Il vecchio e il nuovo, il passato e il futuro, anche nell’animazione, un perfetto mix tra disegni a mano old style e un perfetto CG: colori lussureggianti, e un rotondo 3D, a confermare da un punto di vista tecnico il primato della Disney nel mondo animato. Quasi tutto ambientato in mare aperto, “Oceania” lo increspa per tradurre le emozioni dell’eroina protagonista e celebra a piene mani la cultura polinesiana, attraverso un minuzioso lavoro di ricerca, per mettere in scena un universo coerente e rispettoso di costumi e leggende. E, finalmente, chiarezza di contenuti e un messaggio profondo veicolato con chiarezza, all’altezza delle aspettative dei più piccoli, ma capace di far innamorare anche i grandi.
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