Valentina Romani e “La porta rossa” «In regione i ricordi più belli della carriera»

Valentina Romani ha un record: è l’attrice che ha girato di più in assoluto in Friuli Venezia Giulia. Tra il film “Un bacio” di Ivan Cotroneo a Udine e tre stagioni de “La Porta Rossa” a Trieste, fanno più di 250 giornate sui set regionali. Proprio in questi giorni sta terminando le riprese triestine della serie Rai nei panni di Vanessa, la medium che comunica con il commissario fantasma Cagliostro, interpretato da Lino Guanciale. Un ruolo che Valentina ha incontrato appena diciannovenne, nel 2017, e che ora dovrà lasciare per sempre: la terza stagione de “La porta rossa” è anche l’ultima. «Ho vissuto in Friuli Venezia Giulia quasi due anni della mia vita e ne sono orgogliosa, perché ho un grande amore per questa terra e per le persone che la abitano. Questi luoghi conservano alcuni dei ricordi più belli della mia carriera», commenta l’attrice, che stasera vedremo anche su Rai 1 nel film “Carla” nei panni di una compagna di danza della giovane Carla Fracci, che ha invece il volto di Alessandra Mastronardi.
Valentina, nel finale della seconda stagione de “La porta rossa” lasciavamo Vanessa in viaggio al confine, forse nei guai. Come la ritroviamo nei nuovi episodi?
«Arricchita da una serie di esperienze violente, ma anche piacevoli. Sicuramente è una ragazza più consapevole e più adulta, ma ci sono momenti in cui emergono i suoi lati infantili, come la meraviglia o il rimanere troppo male per fatti non così importanti. Nella terza stagione cambierà ancora».
Come si sente a salutare questo ruolo per sempre?
«Un po’ nostalgica: Vanessa è parte di me, un personaggio al quale devo moltissimo e che ha accompagnato anche la mia crescita. Dai 19 ai 25 anni cambiano tante cose nella vita, ed è una fortuna avere un appuntamento fisso con un personaggio che può fare da specchio alla tua anima. L’insegnamento più importante che mi porto dietro è non avere pregiudizi: Vanessa va interpretata senza giudicarla, anche per le sfide ultraterrene che si trova ad affrontare».
Cosa le mancherà di più del Friuli Venezia Giulia?
«Ricordo Udine come una città profondamente calma e piacevole, che mi ha dato molta serenità mentre lavoravo. A Trieste uno dei ricordi più magici è la Barcolana, alla quale ho partecipato girando “La porta rossa 2”. E poi tutta la bellezza del territorio: ho conosciuto le osmize, i tramonti dal Molo Audace, i bagni a Barcola. È una città che riempie gli occhi e il cuore».
Chi è Anita, il suo ruolo nel film “Carla”?
«Una compagna del corso di danza di Carla Fracci, un’amica-nemica dal carattere fumantino: alla fine ho abbracciato la sua antipatia. Per lei conta arrivare, non importa come: vive di competizione, cosa giusta dove c’è una competizione sana, ma non se si insabbia gli altri. Ho fatto 13 anni di danza classica: è stato emozionante ritirare fuori body e scarpette».
In questi giorni è in onda sulla Rai anche nella serie “Mare fuori”: interpreta la rom Naditza, chiusa in un istituto di pena minorile. Un ruolo molto differente da Vanessa…
«Sì, Naditza è diametralmente opposta, nel pieno della sua adolescenza, in un fuoco di sentimenti e fame di vita. Non sa distinguere cosa è giusto o sbagliato, ma sa quello che vuole. Vanessa invece ha ben chiaro cosa è giusto e sbagliato, ma molte volte non sa bene che strada prendere. E poi Naditza è perennemente in ascolto con se stessa: se Vanessa si fosse ascoltata di più, avrebbe evitato grosse difficoltà». —
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