Dal piano di Remo Anzovino alla voce potente di Tish: l’omaggio degli artisti per il debutto di Go!2025
Il linguaggio universale della musica scelto per l’inaugurazione della Capitale europea della cultura Gorizia – Nova Gorica

Note, migliaia di note. Per tutti i gusti, di tutti i generi. Perché, quando si vuole celebrare un’unione, un’amicizia, è sempre la musica il linguaggio universale. E la musica, all’inaugurazione di Go!2025, è stata protagonista da mattina a sera. Poco importa se qualcuno ha steccato un acuto o se qualcun altro non si è rivelato un interprete memorabile. Non era una gara, era una festa: di quelle che resteranno nella storia, da ricordare e da raccontare. La partecipazione della gente l’ha dimostrato.

Quella gente che il giovane Pierpaolo Foti, con il suo violino elettrico e con le sue movenze scatenate, ha saputo ammaliare in un medley che ha spaziato dal Dj svedese Avicii ad Antonio Vivaldi. Mentre sale sul palco di piazza Vittoria, “Ma chi è, Paganini?” si chiede un ragazzo.
E di lì a qualche minuto anche le campane fanno sentire qualche rintocco: è, appunto, una festa. Meglio allora una nota in più che una nota in meno. È stato proprio lui, ventisettenne triestino, dopo i saluti dei sindaci di Gorizia e Nova Gorica, Ziberna e Turel, ad aprire la maratona.
Del resto, già il corteo transfrontaliero, partito alle 10 da piazzale Saba, di musica ne aveva a bizzeffe: c’erano i gruppi folkloristici, le bande della polizia italiana e slovena, ma soprattutto, c’era la città (o, meglio, le città), a non lasciarsi sfuggire un evento storico.

Sempre in piazza Vittoria, è stata poi la volta dei ballerini Mara e Alex della scuola Movartex, bronzo nel 2024 ai World Championship South American ShowDance, e della cantante monfalconese, però residente a Udine, Shari. Ma un elenco completo dei personaggi invitati a esibirsi è troppo arduo da riportare: basti pensare che solo la parte italiana ha visto l’impegno di oltre 1500 artisti e performer.

Sono state coinvolte le scuole, le associazioni culturali e sportive del territorio, al di là di nomi noti come quelli del pianista Remo Anzovino, della cantautrice Tish, dei 40 Fingers che, in piazza Vittoria, hanno ricevuto applausi mentre il Castello, grazie al videomapping, si illuminava e questa sarà la sua veste per tutto il 2025.
Del resto, la musica ha avuto un ruolo di primo piano anche a Nova Gorica, nella piazza antistante al municipio (piazza Kardelj) dov’era atteso il principale spettacolo dell’inaugurazione, ideato da Neda Rusjan Bric e aperto dal premier sloveno Robert Golob: «Due città, due nazioni, una capitale – ha detto Golob –. Ed è molto importante esser tutti qui, a casa, a mandare un messaggio al mondo: mai più conflitti, odio. Sì, è molto importante che il nostro sogno europeo parta da qui».

Seguono Boštjan Gombač con il suo flauto di Neanderthal, la Società musicale dei minatori di Idria e tre pezzi per due pianoforti eseguiti da due strumentisti d’eccezione: Alexander Gadjiev e Giuseppe Guarrera. La loro, prima di ogni altra cosa, è la storia di un’amicizia, semplicemente perfetta per sintetizzare un’altra amicizia: quella che ha appunto portato due città a passare da luogo di guerra a laboratorio di pace. Il primo è nato a Gorizia da padre russo e madre slovena. Il secondo, siciliano, si era invece trasferito nel capoluogo isontino per studiare con il papà di Alex. Ora entrambi vivono a Berlino, per di più nello stesso condominio.
Tra una versione rock dell’Inno alla Gioia di Beethoven, citazioni ungarettiane, riferimenti all’Isonzo, ma pure al monte Tricorno e a un personaggio fondamentale per l’abbattimento dei confini quale Franco Basaglia, fra bandiere e mille giochi di luce trovano spazio la MN Dance Company, l’orchestra sinfonica della Rtv slovena, il Borderless Opera Choir.
E il pubblico, davvero numeroso, non può che applaudire. E non è tutto. Perché la festa è poi continuata, per esempio in piazza Transalpina erano previsti i dj set di Daddy G dei Massive Attack e Andy Smith dei Portishead. Del resto, le luci si riaccenderanno oggi e così resteranno per tutto il 2025. E anche oltre. Almeno così sperano le persone di buon senso. Che non vogliono tornare indietro e che per Gorizia e Nova Gorica vedono sempre più un futuro di collaborazione e integrazione.
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