In 58 mila alla mostra di Warhol a Gorizia: ultimo giorno tra entusiasmo e file
Fedriga: «Una proposta di qualità per Go!2025». Successo per eventi collaterali e merchandising

Si è chiusa con oltre 58 mila visitatori “Andy Warhol. Beyond Borders”. Era stata inaugurata il 20 dicembre a palazzo Attems Petzenstein e ha inanellato record su record: in termini di presenze, certo, ma anche per quanto riguarda il merchandising. Tutti esauriti, per esempio, i cataloghi. E molto bene sono andati gli eventi collaterali, i laboratori. Vanno poi registrate le provenienze da più regioni, oltre che dall’estero, al pari dei commenti, entusiastici. L’esposizione, curata da Gianni Mercurio per l’Erpac, ha convinto pienamente.
«È la conferma della straordinaria capacità attrattiva della cultura quando è proposta con qualità e visione» commenta allora il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, aggiungendo che «questo risultato si inserisce appieno nel percorso di Go!2025, valorizzando il ruolo di Gorizia e del Friuli Venezia Giulia come centro culturale dinamico e transfrontaliero».
Nel suo ultimo giorno, le visite guidate sono andate esaurite, come non sono mancate le code all’entrata che, nei fine settimana, erano ormai diventate un’abitudine.

«Abbiamo frequentato il liceo artistico Max Fabiani – dicono, per esempio, Leila e Sandra, giovani studentesse –. Avere Warhol a Gorizia per noi è quindi un’opportunità preziosa». Per Ervino, ronchese, è poi la prima volta: «Sono giunto qui con la famiglia e ne ho ricavato un’impressione positiva – racconta –. Sono quasi ottantenne, ma nella vita c’è sempre qualcosa di nuovo, da imparare». Ad accompagnarlo, c’è anche suo nipote Marco, amante dell’arte: «Le mostre danno ispirazione per altri progetti, pure all’interno della scuola» dice il ragazzo, lui che, al liceo Fabiani, è al primo anno.

Nicole, invece, è di Udine: «Vedo una Gorizia viva, ricca di iniziative. Il merito è chiaramente della Capitale europea della Cultura», osserva. Come darle torto? Senza Go!2025 non ci sarebbe stato Warhol né il turismo che sta interessando il territorio. Da Nova Gorica è giunta Nina, assieme al marito Peter e ai loro due figli: «È l’occasione per far vedere ai bimbi qualcosa di diverso dal solito», afferma, mentre Patrizia e Gelindo sono di Fagagna, entrambi pensionati: lui bancario, lei impiegata. «Siamo soddisfatti, l’iniziativa meritava la trasferta. E con la Capitale europea della Cultura ci saranno tanti altri appuntamenti», dichiarano, muovendosi tra le opere dedicate a Mao Tse-tung, Lenin, Marilyn Monroe. E l’elenco potrebbe continuare. Come quello dei visitatori che hanno reso il finissage assai partecipato.

Ovvio, però, che non a tutti si può dar la parola. Anche perché qualcuno, timidamente, preferisce non dir nulla. Non è il caso di Nicole, da San Vito al Tagliamento, studentessa al corso di laurea in Beni culturali, a Udine. Che parla di «una esposizione interessante», mentre Teresa è di Varese, ma studentessa al “nostro” Dams, dove ha conosciuto Erind: «Il percorso ci piace molto – dicono –. Non abbiamo mai studiato Andy Warhol a scuola, ma è bello poterlo scoprire così. Tra l’altro, è un autore che unisce pittura e cinema».
Anche per la goriziana Giulia, però, «il percorso è bello, l’allestimento è ordinato e offre una panoramica completa sull’artista». In fondo, sarebbe difficile trovare un giudizio negativo. Ecco che «Sono appassionata di arte contemporanea e di arte in genere e questa è senza dubbio una mostra significativa», dice Lisa, da Latisana, accompagnata dal fidanzato Erik, altra opinione di apprezzamento in un mare di congratulazioni.—
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