Operazione Dogecoin-Triestina calcio, il mondo sportivo: «Fiducia»

I presidenti regionali del Coni e della Lnd Fvg sull’operazione. Marcon: «Capisco i dubbi ma guardiamo al futuro». Canciani: «Entri il territorio»

Roberta Mantini
La Triestina calcio in azione (Mariani/Lasorte)
La Triestina calcio in azione (Mariani/Lasorte)

L’annuncio che la Dogecoin Foundation, attraverso House of Doge Trieste e la controllata Dogecoin Ventures, sia diventata l’azionista di riferimento della Triestina ha scosso l’ambiente calcistico cittadino. Non si tratta di una semplice transazione economica, ma di una svolta che segna un inedito punto d’incontro tra due mondi all’apparenza distanti: da un lato il calcio di provincia, con la sua lunga tradizione e il forte radicamento territoriale, dall’altro l’universo digitale delle criptovalute legato alle dinamiche della finanza più innovativa. Una novità che divide tra entusiasmo e inevitabile cautela.

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Se da una parte il mondo della politica nelle ultime ore ha espresso commenti prudenti dettati anche dalla mancanza di dettagli sull’operazione, dal mondo delle istituzioni sportive arriva un messaggio di apertura: «Occorre dare fiducia e guardare al futuro».

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In sintonia su questa linea si collocano sia il presidente regionale della Lega Nazionale Dilettanti Fvg, Ermes Canciani, che il presidente del Coni regionale, Andrea Marcon. «Credo che bisogna avere fiducia – sottolinea Canciani – nonostante le esperienze passate presentate come tutte rose e fiori, poi purtroppo si siano rivelate decisamente poco edificanti. Il fatto che arrivi un fondo con una certa identità fa ben sperare».

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Canciani, però, non si limita al commento e rilancia un tema che gli è caro: «Quello che continuo a rimarcare con grande forza è la mancanza di territorialità. Sarebbe importante che un gruppo di persone di Trieste entrasse a far parte di queste compagini. Diversamente, rischia di essere qualcosa di avulso rispetto al territorio, alla comunità e agli interessi stessi della società».

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Un invito dunque a non perdere il legame con la città e con i tifosi, pur accogliendo con favore la nuova proprietà. «In una situazione tragica come quella che abbiamo vissuto quest’estate – conclude Canciani – diamo il benvenuto a questo nuovo gruppo con la speranza che si apra finalmente un’era di rinascita. L’auspicio è che venga ridato lustro a quella che è stata l’Alabarda negli anni che furono».

Sulla stessa linea anche il presidente del Coni regionale, Andrea Marcon, che evidenzia la particolarità dell’operazione: «Questo tipo di interventi non è molto rituale nel nostro sistema e quindi, come tutte le cose che non si conoscono, lascia dei dubbi e delle perplessità. Sono fiducioso, pur comprendendo che dopo tanti anni di delusione si faccia molta fatica ad apprezzare queste notizie. Guardiamo il lato positivo e diamo fiducia».

Marcon allarga lo sguardo al contesto generale: «È chiaro che si fa fatica a mettere a fuoco certe operazioni, anche perché sono un po’ fuori binario. Non è un’operazione standard per i canoni italiani. I fondi ormai sono entrati in molte discipline sportive, nel calcio si stanno avvicinando. Ci sono esperienze positive e negative, e speriamo che questa sia quella giusta per la Triestina, che non può e non deve rimanere nello stallo in cui è stata portata nell’ultimo periodo». —

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