Per la Triestina Calcio diversi ostacoli da saltare

La sconfitta con l’Inter U23 ha evidenziato lacune nell’organico. L’Unione ha un’identità ma restano i deficit accumulati d’estate

Ciro Esposito
Faggioli in azione nella sfida persa contro l'Inter U23 (Foto Mariani/Lasorte)
Faggioli in azione nella sfida persa contro l'Inter U23 (Foto Mariani/Lasorte)

I ragazzi di Marino ci avevano preso gusto e anche i tifosi, nonostante disertino il Rocco. Due vittorie consecutive e in rimonta testimoniano che la Triestina, per quanto costruita in corsa, non è certo una squadra materasso. La sconfitta a Monza con i giovanotti dell’Inter U23 riporta tutti a fare i conti con la realtà. Il campionato di serie C è una brutta bestia così come i turni infrasettimanali per compagini che non hanno panchine lunghe.

Figuriamoci come diventano complicate certe sfide per una Triestina con evidenti limiti strutturali smussati solo in parte dal mini-mercato e nascosti dalla solidità motivazionale mostrata in questo avvio di stagione dai giocatori e dal tecnico Marino. La voglia e anche un gioco fatto soprattutto di fraseggi non sempre può bastare. Così a Monza, al cospetto di una Under che gioca da veterana della categoria, l’Unione ha avuto poche chances di portare a casa qualcosa. Perché Vecchi ha plasmato, come sa, la sua creatura concedendo ai suoi ragazzi pochi fronzoli com’è stato nelle sue corde a Bolzano, così come a Salò o a Vicenza (dove questo gioco non è bastato per salire di categoria pur centrando due finali playoff).

È evidente poi che se in apertura il palo non avesse frustrato la conclusione da lontano di Jonsson e subito dopo non fosse arrivato il vantaggio nerazzurro si sarebbe visto un altro match. La Triestina, costretta ancora una volta a dover inseguire, ha dovuto fare la partita che magari non era stata preparata su queste corde. Lo ha fatto comunque con buone manovre e geometrie ma con un ritmo incapace di mettere davvero in ansia i padroni di casa.

Il punto centrale è sotto gli occhi di tutti. Per quanto il lavoro di squadra sia efficace, sul piano individuale manca qualcosa in difesa e parecchio in attacco. Il reparto arretrato funziona meglio con tre uomini e possibilmente con Moretti a destra, con i quinti di centrocampo a presidiare le fasce laterali. L’Inter baby, soprattutto a destra, con il talentuoso Kamate proprio in quel settore ha fatto la differenza. Marino è eclettico e dimostra di non farsi troppi problemi a modificare l’assetto ma quando vuole investire su tre pedine (o due e mezza) la fase offensiva si prende dei rischi.

Il problema è la mancanza di almeno un’altra punta. Vertainen sta facendo la sua parte, Faggioli ci mette energia ma o non è, o non ancora, un attaccante in grado di incidere. E poi non ci sono ricambi a parte il giovanissimo e acerbo Kljajic. La nuova società al momento non sembra aver intenzione di allentare i cordoni della borsa però almeno un’altra punta di categoria gioverebbe a tutto il complesso.

La classifica va tenuta tra parentesi perché con una partenza da -20 è necessario vivere alla giornata senza pensare al futuro di un campionato ancora molto lungo e che potrebbe sfociare in una depressione collettiva. La partita di domenica diventa un passaggio chiave per una squadra partita in ritardo e che questa settimana di fatto ha potuto allenarsi poco e viaggiare tanto. Il Renate del bravo e astuto Foschi è un osso molto duro e in grado di enfatizzare i punti deboli dell’Unione. Sarà uno stress test impegnativo per Marino e i suoi. Può essere superato facendo però molta attenzione. E senza voler fare bottino pieno a tutti i costi.

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