Anna dal suo Mario «Sembra sorridere»

La fidanzata all’obitorio di Pescara per l’ultimo saluto
epa03183317 (FILE) A file picture of Italy player Piermario Morosini (R) reacting after losing to Germany following their semifinal match Italy vs Germany in the Euro U21 soccer championships at the Olympia arena in Helsingborg 26 June 2009. AS Livorno midfielder Piermario Morosini has died after suffering a heart attack on the pitch during the Italian Serie B league game on 14 April 2012. A Pescara official said that Morosini, 25, suffered a cardiac arrest and was already dead when he was taken to hospital. EPA/PONTUS LUNDAHL SWEDEN OUT
epa03183317 (FILE) A file picture of Italy player Piermario Morosini (R) reacting after losing to Germany following their semifinal match Italy vs Germany in the Euro U21 soccer championships at the Olympia arena in Helsingborg 26 June 2009. AS Livorno midfielder Piermario Morosini has died after suffering a heart attack on the pitch during the Italian Serie B league game on 14 April 2012. A Pescara official said that Morosini, 25, suffered a cardiac arrest and was already dead when he was taken to hospital. EPA/PONTUS LUNDAHL SWEDEN OUT

PESCARA. Anna deve essere un tipo tosto. Anche lei come gli altri, i compagni e i dirigenti del Livorno, i giocatori del Pescara, non ha chiuso occhio per tutta la notte. Come si fa a dormire quando ti strappano l’amore della tua vita?, però saranno i nervi, la forza d’animo, Anna... eppure resiste. Deve avere un’anima di ferro dentro. Parla. Chiarisce. Spiega.

La fidanzata di Piermario Morosini, il ragazzo di 25 anni che le è strappato da un malore improvviso mentre giocava una partita di calcio con la maglia del suo Livorno sul campo del Pescara, è arrivata all’obitorio della città adriatica al mattino presto. Poi l’hanno raggiunta le compagne della sua squadra di pallavolo, di Brembate, serie C, in lotta per la promozione in serie B2. Pure le ragazze hanno viaggiato di notte, anche loro hanno gli occhi sgranati, spiritati. Da Bergamo sono scese con don Luciano, il parroco di Monterosso, il quartiere dove era nato il “Moro” (come lo chiamavano nell’ambiente del calcio), scosso, brusco e con gli occhi ludici anche il sacerdote, che legge il messaggio della ragazza: «Mario amava giocare sotto la pioggia. Il calcio dava un senso alla sua vita: sono sicuro che era felice».

Anna racconta, resiste, aspetta di vedere il suo Mario che è di là, in una stanza fredda e grigia. Lei gioca libero nella squadra di pallavolo: è la più piccola delle ragazze, ovvio, lei è un difensore, deve scendere il più rapidamente per terra a recuperare palloni. Ma è piccola per modo di dire: sembra un gigante là in mezzo. Per ore, anzi da ieri sera quando è arrivata a Pescara, questa piccola ragazza mora dai lineamenti graziosi ma non vistosi è rimasta più in alto di tutti, era là che faceva coraggio, chiariva tempi e procedure. Poi è entrata a vedere il suo Mario, accompagnata da sua madre e dal cugino di Morosini, il “parente ufficiale” rimasto disponibile per il riconoscimento di legge. È entrata e tra le amiche è iniziata una attesa nervosa. I minuti che passano duri e lenti, poi Anna Vavassori esce dalla “morgue” e lì, quella dura e forte ragazza bergamasca, l’estremo difensore della squadra, abbraccia le amiche e scoppia in lacrime. «Sembrava sorridesse... era bellissimo», fa tra i singhiozzi. Non erano sposati, eppure... son bastate due parole per capire che voragine si è aperta in quella piccola anima e chissà se il tempo la rimarginerà.

Durante la mattina fuori all’obitorio c’è la processione, arrivano ex colleghi da Roma di Morosini come Frattali, con cui Mario era andato a Barcellona a veder giocare Messi, poi altri amici da Bergamo, poi tanti tifosi del Pescara. No, non erano sposati, Mario e Anna, ma forse lo sono ora. C’era una vita da fare insieme, e c’era già una vita fatta insieme chissà con che promesse come dimostra il «Riposa in pace Moro», postato su facebook dal difensore della Fiorentina Lorenzo De Silvestri, che ha messo una foto di Piermario assieme ad Anna all’Isola d’Elba. «Nessuna parola può descrivere il dolore di questo momento», scrive il viola.

Fuori, sulle cancellate dell’obitorio, fiori e biglietti lasciati da anonimi tifosi del Pescara, del calcio e basta. Questa mattina, un’altra via crucis per Anna: dal magistrato per le pratiche dell’autopsia insieme al cugino di Mario, perché Anna non era la moglie, ma che vuol dire? È lei, non altri, a chiedersi perché.

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