Arriva il Padova, Arrigoni non si fida "Non abbiamo ancora vinto niente"

Al tecnico alabardato non è piaciuta l'euforia che ha contagiato i giocatori alla fine della partita di Padova. "C’era un’aria che non mi piaceva, non abbiamo ipotecato un bel niente. La strada verso la salvezza non è in discesa. Al 'Rocco' servirà più coraggio"
TRIESTE
Arrigoni sta con i piedi ben piantati a terra. Il pareggio di Padova non lo ha rasserenato. E anzi una certa euforia che ha contagiato a fine partita i giocatori ma soprattutto alcuni dirigenti alabardati lo ha lasciato perplesso. Tanto da decidere di disertare la sala stampa. "C’era un’aria che non mi piaceva - dice il tecnico romagnolo prima dell’allenamento a Opicina - perché all’Euganeo non abbiamo ipotecato un bel niente. La strada verso la salvezza non è in discesa. Abbiamo solo giocato il primo tempo di una doppia sfida". Insomma Arrigoni fa il pompiere.


Anzi anche qualcosa di più. Vuole mantenere alta la tensione in vista della partita di sabato sera al Rocco. Una partita che, visti anche gli infortuni dei centrocampisti, il tecnico imposterà con la consueta prudenza. Subire un gol sarebbe devastante e con un pareggio la salvezza è in tasca. Ma Arrigoni, che parla per la prima volta del match dell’Euganeo non è pienamente soddisfatto.


"Abbiamo fatto bene in fase di contenimento, e i ragazzi hanno dato tutto quello che avevano dentro, ma dai miei giocatori mi aspettavo qualcosa di più nelle ripartenze - dice -. Ecco sabato sera dovremo avere più coraggio". Eppure il tecnico fa capire in modo esplicito che l’assetto iniziale non dovrebbe cambiare rispetto a venerdì. E allora con un Pani o un Cossu impegnati a spegnere sul nascere la fonte di gioco patavina (Italiano) non è che si possa pensare molto a offendere, a meno di qualche improbabile invenzione di Godeas o di iniziative di Colombo o Tabbiani sulla fascia destra e Testini sull’altro fronte.


"Penso che confermerò l’undici utilizzato a Padova anche se è ancora molto presto per prendere una decisione definitiva - continua Arrigoni -. Non avrò a disposizione Gissi, D’Aversa e Nef. Quello che mi conforta è la tenuta atletica di quei giocatori che sono rimasti fuori nell’ultimo mese. All’Euganeo dopo il 60’ temevo un calo e invece non è stato così". A onor del vero nel finale sono stati proprio i padroni di casa i più in affanno. Arrigoni potrebbe recuperare in extremis Gorgone, almeno per poter contare su un’alternativa in mezzo al campo. "Non riesco ancora ad appoggiare il piede a terra - confessa Giorgio - ma se mi anestetizzano il tallone magari una mezz’oretta potrei farla".


Il tecnico romagnolo si aspetta anche un’iniezione di energia dal pubblico del Rocco anche se, come ha dimostrato la partita d’andata, sono i giocatori a dover fare la gara. "Il tifo è il sostegno non sono un fattore da sottovalutare - commenta - perché soprattutto nelle fasi più delicate del match diventa decisio. Sarà una gara molto equilibrata ma io mi aspetto una serata speciale. Perché la Triestina è prima di tutto dei triestini e credo che anche sugli spalti i tifosi sapranno essere protagonisti". Un’ultima curiosità riguarda la ridda di voci sulle possibili collocazioni future del tecnico. "Non ho ricevuto telefonate - conclude - e men che meno dal Cesena. Se rimango in serie B continuerò a guidare la Triestina". Già la serie B. Questo è l’obiettivo primario. Il resto è rimandato a domenica mattina.


RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo