Benitez vacilla ma resiste, il Napoli sceglie la pazienza

NAPOLI. A vederlo così, calmo e compassato, a sentirlo parlare così, placido e sereno, si direbbe che Rafa Benitez stia vivendo con distacco e con freddezza la crisi del Napoli, la più grave dell'era-De Laurentiis, uno stallo preoccupante al quale si avvicina soltanto una serie di rovesci vissuti all'inizio del campionato 2009-2010 a guida Donadoni. Eppure qualcosa in ebollizione, un animo in tumulto, dentro sicuramente il tecnico madrileno lo avrà. Insomma si può dire che Benitez sia un allenatore sull'orlo di una crisi di nervi. La situazione è difficile soprattutto perchè, nonostante gli inviti alla calma, il tecnico sa bene che la squadra è come se gli fosse sfuggita di mano. La questione è tecnico-tattico ed atletica solo fino ad un certo punto. E fino ad un certo punto c'entra anche l'aspetto del morale, legato alla precoce eliminazione dalla Champions League. Il campo dice con chiarezza che i calciatori non sono più in grado di seguire il loro condottiero. E già i tifosi cominciano a ventilare l'ipotesi che siano proprio i giocatori ad essersi stancati dell'allenatore. Ma la situazione, per ora, non pare questa. La squadra è con Rafa, forse anche di più di quanto non sia dalla parte del tecnico il presidente De Laurentiis. Non a caso la parola d'ordine a Castel Volturno è “pazienza”.
Nemmeno Zemanlandia decolla. Il Cagliari del boemo resta solo soletto in coda alla classifica con un punto in quattro partite. Ma la panchina non sembra traballare. Il presidente Giulini è stato chiaro: «Avanti con Zeman, è parte importante del nostro progetto».
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