La Zeta Milano di Jeda e Brocchi si affida all’allenatore Hübner

Muggesano, iniziò come fabbro, finì per diventare un centravanti da oltre 300 gol in carriera con tanto titoli di capocannoniere tra Serie A, B e C1

Riccardo Tosques
Il muggesano Dario Hübner
Il muggesano Dario Hübner

«Tre giorni dopo la licenza media iniziai a lavorare. Avevo proprio voglia di guadagnare i miei primi soldini. Volevo andare in giro con gli amici, scorrazzando a bordo delle nostre Vespe, e non mi andava di chiedere ai miei. Che mestiere feci? Il fabbro. Montavo finestre di alluminio, molto richieste in una città vessata dalla Bora come Trieste».

Dario Hübner può essere considerato all’unanimità il re operaio dei bomber del calcio italiano. Iniziò come fabbro, finì per diventare un centravanti da oltre 300 gol in carriera con tanto titoli di capocannoniere tra Serie A, B e C1.

Classe 1967, muggesano dal cognome tipicamente tedesco (il nonno era di Francoforte) che in giro per lo Stivale tricolore fece impazzire di gioia i tifosi di Cesena, Brescia e Piacenza, senza mai riuscire però ad ottenere quello che avrebbe ampiamente meritato: la convocazione in Nazionale.

Da tempo Tatanka è uscito dal calcio che conta.

Ora la notizia di una nuova avventura da allenatore. Tra i Dilettanti. A 11 anni di distanza dalla sua ultima – e poco fortunata – esperienza in panchina all’Atletico Montichiari, Dario ha accettato la guida tecnica della Zeta Milano, squadra lombarda neopromossa in Seconda Categoria fondata un anno fa dal content creator Antonio Pellegrino, noto online come Zw Jackson.

La Zeta Milano è una squadra composta da giocatori provenienti da categorie superiori e con una forte presenza sui social. Nel progetto rientrano anche due nomi molto noti: Jeda, ex centravanti di Cagliari, Lecce e Novara, capitano della squadra, e Christian Brocchi, ex allenatore di Monza e Milan, chiamato a contribuire allo sviluppo tecnico del progetto.

«Pensavo di aver smesso di allenare. Come è possibile che dopo dieci anni vengo richiamato? Sono pronto per questa avventura», spiega Hübner.

Dario è pronto a tornare nel calcio, l’elemento naturale per un uomo che nella sua autobiografia ha scritto: «Se mi guardo indietro mi accorgo di aver fatto tutto ciò che volevo, nel mondo in cui volevo. La soddisfazione più grande però è il toccare con mano l’amore della gente, rimasto intatto nonostante il trascorrere del tempo. Quando torno nelle piazze in cui ho giocato, vengo sempre accolto con affetto e al di là di premi, promozioni o salvezze, credo che sia questo il miglior regalo per uno che ha fatto del calcio la sua vita». —

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