Camerun, Africa della tradizione

La squadra di Finke può contare sulla classe di Eto’o e sulla crescita di numerosi giovani
Di Valentino Beccari
L'attacante dell'Inter, Samuel Eto'o, allo stadio Giuseppe Meazza di Milano in una immagine del 02 aprile 2011. .ANSA/DANIEL DAL ZENNARO
L'attacante dell'Inter, Samuel Eto'o, allo stadio Giuseppe Meazza di Milano in una immagine del 02 aprile 2011. .ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

Il Camerun è il paese fondatore del calcio africano e da quelle parti il pallone era già un oggetto di culto quando nei paesi confinanti era un illustre sconosciuto. Vanta il record tra i paesi africani di presenze ai Mondiali (sette) e al suo debutto nel 1982 contese all'Italia la qualificazione al secondo turno dei Mondiali di Spagna. Nel 1990 a Milano battè addirittura l’Argentina di Diego Armando Maradona.

Il Camerun si è qualificato per la settima volta alla fase finale della rassegna iridata. Questa volta però non è entrata dall’ingresso principale su un tappeto rosso, ma dall’entrata secondaria dello spareggio dove ha eliminato la Tunisia in virtù dello 0-0 dell’andata e del 4-1 del ritorno, giocato in un clima infuocato davanti a sessantamila spettatori e sul quale è pesato il ricorso della federazione nordafricana poi non accolto dalla Fifa.

E così i Leoni tornano a ruggire dopo aver temuto di finire in gabbia. Del resto in carriera il Camerun ha vinto per quattro volte la Coppa d’Africa ed è anche stata la prima squadra africana a raggiungere i quarti di finale ai Mondiali. La stella di prima grandezza della nazionale camerunense è Samuel Eto’o, da alcuni indicato come il più forte giocatore africano di tutti i tempi. Dalla sua ci sono i numeri: per quattro volte Pallone d’oro del calcio africano, vincitore per due volte del triplete, prima a Barcellona e poi con l’Inter e rientrato in Eurovisione con il Chelsea dopo aver fatto l’emigrante di lusso in Cecenia.

Il centravanti aveva dato l’addio alla Nazionale anche per il rapporto di odio-amore con i tifosi e per una spiccata propensione a voler comandare nello spogliatoio e anche a palazzo. Poi però non ha resistito al richiamo e ha dato il suo contributo alla qualificazione pur polemizzando con i suoi compagni colpevoli di passargli poco la palla.

Oggi il Camerun è una nazionale moderna, plasmata dal suo ct Volker Finke e che, Eto’o a parte, non ha giocatori carismatici del calibro di Tomas N’Kono e Roger Milla, ma un gruppo di ragazzi di belle speranze come Webo, Mudandjo e Makou.

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