«Casale, un capolavoro ma Trieste è superiore»

TRIESTE. Massimo Raseni, triestino classe 1962, prima coach per diversi anni e poi procuratore dal 2002 nella potente Players Group (quella che rappresenta Simone Bellan, ndr), agente Fiba dal 2007, ora residente a Biella, è l’interlocutore ideale per leggere con occhi triestini il fenomeno Casale Monferrato.
Ed è proprio sulla realtà opposta all’Alma Trieste che ci soffermiamo per approfondire pregi e difetti in vista di gara1.
Quali sono le chiavi per spiegare dal punto di vista manageriale e tecnico Casale finalista?
Il capolavoro piemontese, perché di capolavoro si tratta, è anche un insegnamento per molte società: Marco Martelli in otto anni ha costruito una struttura tecnica con grande competenza, aggiungendo a pretoriani quali Blizzard, Tomassini e Martinoni, giovanissimi da scoprire quali Valentini, Denegri, Bellan (da Grado, ndr), formando un roster con meno di 350 mila euro di spesa. Ha poi dato in mano la squadra alle sapienti direttive di un allenatore come Marco Ramondino, in grado di esaltare singoli in funzione del gruppo. Anche quando Casale perse le prime cinque partite consecutivamente la scorsa stagione, il direttore generale Martelli ebbe il coraggio di affrontare il presidente convincendolo a credere nel coach ora osannato da tutti. Insomma, la Novipiù è la sublimazione perfetta dell’esaltazione delle potenzialità, governate magistralmente in una continuità nel tempo.
Come Trieste può fermare Casale? E come Casale cercherà di arginare l’Alma?
Bisogna essere onesti fino in fondo, solo Trieste può fermare Trieste. Nonostante quintetti che possono equivalersi, la profondità del roster di Dalmasson unito alla qualità dello stesso segnano un fisiologico sbilanciamento, in virtù di una compagine avversaria con uno straniero solo e un croato non a posto fisicamente. Resta il fatto che l’Alma giocherà con più pressione, un fardello pesante per una città che aspetta un grande traguardo. Occhio quindi all’inizio di gara1…
Quale delle due squadre è più pronta dal punto di vista dell’organico per immergersi in una realtà nettamente più complessa come quella della serie A?
Non scherziamo neanche, Casale Monferrato non può andare in serie A, sarebbe un bagno di sangue. Con Marco Martelli a Bologna sponda Virtus e Marco Ramondino a fine ciclo, la società piemontese si affiderà al vice allenatore quale general manager di un futuro che deve essere in linea con le possibilità del club. Trieste ha uno degli impianti più belli d’Italia, è strutturata a livello societario, ha tradizione, insomma…pronta. Forse, al piano di sopra servirebbe qualcosa di più a livello di competenze nella stanza dei bottoni.
Gli uomini decisivi saranno in panchina (allenatori, ndr) o in campo?
Secondo me gli uomini decisivi saranno quelli in canotta biancorossa che usciranno dalla panchina. La leggerezza di Casale potrà mettere in difficoltà la squadra di Dalmasson, la tenacia del gruppo non smetterà di lottare nemmeno in caso di break pesanti, ma alla fine la possibilità di mettere sul parquet tanti buoni giocatori non può non porre una squadra quale favorita d’obbligo.
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