Cerimonia d’apertura “made in Italy”

Lo spettacolo di domani ideato da Marco Balich: «Sarà una svolta per il Brasile»
Di Marco Marangoni

La cerimonia d’apertura delle XXXI Olimpiadi di Rio de Janeiro sarà all’insegna di “Toda joia, toda beleza”. Sarà un battesimo scoppiettante tra balli, sfilate, top model, tanta suspance e fiumi di emozioni. La location è già stupenda di suo, di quelle che quando entri ti lasciano a bocca aperta, dove sport e mito si fondono: il Maracanà sotto il Cristo Redentore del Corcovado, ieri sera illuminato dal Tricolore italiano. Sarà uno spettacolo molto brasiliano nei contenuti ed internazionale nelle qualità. La musica sarà assoluta protagonista. Si partirà dalla bossa nova per finire col rap, ma in mezzo ci saranno samba e funky. La grande sfida sarà anche come reagiranno le popolazioni delle favelas, anche perché molti dei quattromila volontari sono stati arruolati proprio tra le costruzioni di lamiera dei più poveri.

Sarà la cerimonia dei primi Giochi a cinque cerchi in Sudamerica ma sarà anche la prima della squadra olimpica dei rifugiati, composta da dieci atleti, che sfilerà per penultima, prima del Brasile, Paese ospitante. Sarà il momento della consacrazione di Federica Pellegrini, alfiere azzurro. L’Italia sfilerà sotto gli occhi di diversi capi di stato e di governo (ci sarà il premier Matteo Renzi) per 101esima, dopo Israele e prima della Giamaica e non del Kazakistan, perché si segue l’alfabeto portoghese. Ci sarà spazio per la favolosa Gisel Bündchen, la modella carioca accompagnata dalle note della famosa canzone “Corcovado” di Tom Jobin e Vinicius de Moraes.

Ci sarà un’altra Italia che, dopo mesi in prima linea ad organizzare le cerimonie , domani sarà dietro le quinte. È quella del veneziano Marco Balich, ormai navigato ideatore di cerimonie olimpiche (la prima nel 2006 a Torino) che per l’occasione sarà il produttore esecutivo assieme allo staff CC2016 (Cerimonias Cariocas). «Come sempre le cerimonie olimpiche sono una sorpresa, un po’ come il regalo di Natale. Il Brasile esprimerà la gioia di vivere e contemporaneamente verrà dato un messaggio sul futuro del pianeta – dice al nostro giornale Balich – Vogliamo dare una vista diversa da quella delle favelas, vogliamo fare vedere che c'è molto altro. Il disagio sociale in Brasile è molto grande ma questo evento potrebbe essere la svolta dopo tanti anni di difficoltà. Serve dare speranze alle giovani generazioni e le cerimonie mirano ad essere un punto di luce e speranza in fondo al tunnel».

Infine, l’accensione del tripode. Il nome dell’ultimo tedoforo è ancora top secret. Si parla con insistenza di Pelè, il più grande calciatore di tutti i tempi. Edson Arantes do Nascimento potrebbe prevalere sul velista Torben Grael e sul tennista Guga Kuerten. Pelè è reduce da due operazioni all’anca e cammina con il bastone. Ma uno scatto per il suo grande Paese è sempre pronto a farlo.

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