Contador-Nibali, è già battaglia aperta

Il siciliano: voglio vincere. Lo spagnolo (sub judice per doping): sono pulito. Il via a Torino con la cronometro a squadre
Il ciclista Vincenzo Nibali (d) con il presidente della Liquigas Cannondale Paolo Dal Lago oggi, 6 Maggio 2011, a Torino durante la conferenza stampa della sua squadra Liquigas Cannondale alla vigilia della partenza del 94/o Giro d'Italia. Ansa/ Carlo Ferraro
Il ciclista Vincenzo Nibali (d) con il presidente della Liquigas Cannondale Paolo Dal Lago oggi, 6 Maggio 2011, a Torino durante la conferenza stampa della sua squadra Liquigas Cannondale alla vigilia della partenza del 94/o Giro d'Italia. Ansa/ Carlo Ferraro

dall’inviato Antonio Frigo

TORINO

«Corro perchè sono stato dichiarato innocente dal tribunale spagnolo. Sono qui perchè posso correre, comunque non sono io il favorito, ma Nibali». Parola di Alberto Contador, Saxo Bank.

«Contador corre qui anche se lo attende a fine Giro il giudizio del Tas di Losanna, che può cancellare la sua vittoria? Credo che chiedersi se sia giusto non serva a nulla. Il problema se lo devono porre l’Uci, la sua squadra, lui. Per quanto mi riguarda non correrò per arrivare secondo e sperando che una sentenza a lui avversa cambi la classifica. Correrò per vincere, anzi per fare il meglio possibile». Parola di Vincenzo Nibali, Liquigas Cannondale.

Certo che correre contro uno che bara può essere doloroso: ti scatta in faccia, ti umilia, il morale ti va sotto i tacchi e tu... non arrivi nemmeno secondo, cioè primo, dopo la... ventiduesima tappa del Giro, la Losanna-Tas-Losanna.

«Non penserò a queste cose. Se mi staccherà, io comunque correrò per arrivare secondo, per arrivare meglio che posso».

E bravo Enzino, che è siculo ma tutt’altro che drammatico e fatalista.

Certo, ci vuole un pelo così sullo stomaco per giocarsela con questo spagnolo imperturbabile: «Per me il rischio che mi arrivi una squalifica è secondario», dice con faccia di tolla Albertino il bagnino (ve lo ricordate il Giro 2008 dove ci raccontò di essere stato strappato alle spiagge di casa per fare la corsa rosa?). Secondo molti se la sta giocando bene: se davvero è inguaiato: gioca due settimane, anima la corsa, prende una finta “cotta”, intasca i soldi e scappa. O si fa modificare la legge (non esiste una quantità consentita di clembuterolo, la sostanza che gli è stata riscontrata al Tour 2010: si è colpevoli e basta), come un Berlusca qualunque. Del resto, uno che ha vinto un Tour resistendo a un compagno di squadra che gli remava contro e si chiama Lance Armstrong, gli anticorpi se li è fatti tutti.

La sfida fra i due grandi protagonisti annunciati al Giro, in ongi caso, è partita a parole: ora si attendono le pedalate.

Non condividiamo però l’ammirazione per il suo carattere. E neanche la sudditanza di chi spiega che «Alberto risponde anche alle domande più scabrose con il mestiere di un anziano». Anche Fabrizio Corona lo fa.

E non crediamo che s’impressioni nemmeno l’avvocato Paolo Dal Lago, presidente della Liquigas, che è abbastanza perentorio nello spiegare che «chi bara dovrebbe essere radiato a vita. Non si può? E allora facciamo gli ipocriti e diamo al ciclista 15 anni e non la radiazione a vita, ma a che pro? Le leggi sportive sbagliate si cambiano. Ma quando Petrucci alza il ditino contro il ciclismo, io gli dico di guardare anche in altri cortili sportivi: che fa, caccia tutti gli sport dopati dal Coni?».

Mentre Dal Lago dice verità che solo i soliti dorotei considerano scabrose, Nibali replica, a chi gli chiede quanto gli piacerebbe vincere sul suo Etna: «Io voglio vincere il Giro, non sull’Etna. Le tappe chiave sono quelle dello Zoncolan e di Gardeccia, le crono non mi dispiacciono e penso che a Torino riusciremo a contenere il distacco a 10-15 secondi. E ho una squadra fatta per me: dal 2009, quando Contador arrivò primo al Tour e io settimo, tante cose sono cambiate».

E parla degli altri avversari, gli spagnoli Anton e Rodriguez («Massimo rispetto, ma sono scalatori leggeri e in Italia le salite son lunghe»). Mette anche una pulce nell’orecchio: «Occhio alla tappa di Orvieto, è difficile. E se piove diventa peggio di Montalcino l’anno scorso».

E bravo il Vincenzino, che gli piace la Rosa.

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