Cottafava, la Digos segue la pista dei "cani sciolti"
Convocati in mattinata dalla polizia tutti gli ultras già schedati o diffidati Ma sono stati sentiti solo come testimoni: si punta anche in altre direzioni

TRIESTE. «Chi sa qualcosa parli». Questo messaggio, per nulla sotteso o implicito, è stato detto chiaramente ieri mattina dai poliziotti della Digos a decine e decine di ultras. Li hanno convocati in questura dalle 9 del mattino in poi per avere informazioni, anche anonime o più propriamente non verbalizzate, sul commando che ha messo a segno l'attentato che ha distrutto la Bmw X5 del giocatore della Triestina Marcello Cottafava.
L'altra notte il suv del difensore alabardato, che aveva appena parcheggiato in via Cadorna, è stato incendiato dopo aver gettato all'interno del bagagliaio un fumogeno. Ad agire, come hanno visto diversi abitanti della stessa via, è stato un vero e proprio commando composto da quattro persone. Sono arrivati in sella agli scooter e poi mentre due componenti aspettavano con i motori accesi, gli altri sono scesi e, dopo aver sfondato il vetro posteriore dell'auto di Cottafava, hanno gettato il fumogeno.
Che sia stata un'azione studiata a tavolino gli investigatori non hanno dubbi. Anche perché una decina di giorni fa c'era stato il primo inquietante avvertimento; un fumogeno lanciato nello spogliatoio del campo di allenamento di Opicina dopo il pareggio col Frosinone.
E' chiaro che le indagini, coordinate dal pm Cristina Bacer, puntino a qualche frangia isolata ma comunque non sconosciuta agli ambienti della tifoseria estrema. E la convocazione di almeno una trentina di ultras, tra schedati e diffidati, in questura può essere letta solo in questa direzione. Tuttavia gli investigatori sono quasi convinti che gli autori del gesto intimidatorio non vadano ricercati nell'ambito del nucleo storico degli ultras, altrimenti l'indagine sarebbe stata subito in discesa.
Si parla, invece, di "cani sciolti", di personaggi che frequentano la curva "Furlan" senza essere veramente aggregati alla tifoseria organizzata. Gli ultras non hanno mai agito in maniera così vile, di solito affrontano il "nemico" in campo aperto. Contestazioni dure anche tentativi di aggressioni ma sempre a volto scoperto. Eppure qualcosa di strano è accaduto ieri mattina fuori dalla questura. Due ultras (uno molto noto e considerato un capo storico della tifoseria alabardata) hanno avuto un acceso diverbio. Erano appena usciti dagli uffici della Digos.
«Dovevi stare zitto», ha urlato il più giovane rivolto all'altro. «La lingua sai dove devi metterla», ha poi aggiunto con un tono di voce molto alterato. L'altro non ha al momento replicato. Poi sono volati insulti e improperi. Poi la lite è stata sedata dagli stessi poliziotti della Digos che dagli uffici si sono precipitati in strada prima che i due passassero alle vie di fatto. Ma si punta anche ai testimoni oculari. Già l'altra sera chi aveva assistito all'azione del commando era stato interrogato dagli agenti delle volanti giunti subito in via Cadorna.
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