Dalmasson: «Due vittorie pesanti»

Il tecnico: «Invidio i ragazzi, vorrei giocare anch’io in questa Arena». Da Ros: «Vittoria che ci spiega quanto siamo bravi»
Di Raffaele Baldini
Foto BRUNI 05.02.17 Basket Alma Trieste- Fortitudo Bologna-Dalmasson
Foto BRUNI 05.02.17 Basket Alma Trieste- Fortitudo Bologna-Dalmasson

TRIESTE. Coach Dalmasson, qualcuno ha parlato di fortuna, qualcun altro di situazioni sfruttate. Come la vede, lei, dalla vetta?

Prima di tutto è una grande soddisfazione aver regalato una gioia ai nostri straordinari tifosi; abbiamo vinto due partite, le ultime, dall'altissimo tasso di difficoltà. Dobbiamo accettare queste sfide e dare continuità ai risultati, per rispondere a chi parla di fortuna o di scaltrezza. Aver vinto con Parks in campo dopo una puntura di antidolorifici, tenendo percentuali ai liberi e da tre punti non buone, è ulteriore segno che la strada è quella giusta. E poi lasciatemi dire, io invidio i miei ragazzi che possono giocare a pallacanestro in questa meravigliosa arena; con un ambiente così è un sogno fare il proprio mestiere.

La marcatura di Green su Legion è stata determinante, concorda?

Javonte è un ragazzo che, se stimolato nel modo giusto, risponde alla grande. Sapeva di essere un giocatore in missione, come fu con Blackshear di Forlì; ha dimostrato una volta di più di poter diventare un giocatore completo.

Quanto diventa difficile ora ri-tarare le teste dei giocatori in funzione di una sbornia come quella ereditata dalle due vittorie su Verona e Bologna e di fronte ad un ostacolo complesso come Ravenna?

«La difficoltà c’è, per fortuna già sabato abbiamo un appuntamento ancora più importante di quello di questa sera, che ci rimette in carreggiata la testa, volenti o nolenti. Due squadre non pronosticate di fronte, a Ravenna giochiamo qualcosa di veramente decisivo».

Matteo Da Ros chiude la sala stampa: «Per fortuna quella tripla finale è entrata, sennò erano guai. Siamo stati molto bravi nelle ultime difese, palesando una certa difficoltà in attacco, chiudendo gli spazi, prendendo i rimbalzi di squadra. Una vittoria che ci fa capire quanto siamo bravi e che lavoro stiamo facendo per essere meritatamente qui. Siamo in testa e nessuno ci ha regalato niente, sono arrivate squadre diverse, hanno proposto soluzioni tattiche diverse e hanno sempre perso».

Quanto conta nel tuo estatico momento di forma l'aspetto mentale?

È fondamentale, nel mio gioco; la testa comanda il corpo e, a questo punto della carriera, ho capito quanto conti restare in partita anche quando ricevi colpi, provocazioni. Una volta sarei uscito spesso dal match, ora mi ricalibro e rimango concentrato su quello che devo fare.

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