Il doppio ex Ghiacci: «Nel derby la pressione è sulla Pallacanestro Trieste»

Mario Ghiacci, ex biancorosso ed ex bianconero, racconta il derby: «Il team di Gonzalez gioca in casa e non sta rispettando le aspettative iniziali»

Lorenzo Gatto
Colbey Ross in azione contro il Galatasaray (Bruni)
Colbey Ross in azione contro il Galatasaray (Bruni)

Una rivalità sportiva che incendia gli animi di due città e due tifoserie, un match che va ben oltre la classifica per rappresentare l’orgoglio di una regione intera.

Tra gli spettatori più interessati e coinvolti di una sfida da tutto esaurito ci sarà Mario Ghiacci, l’ex presidente della Pallacanestro Trieste che, avendo conosciuto entrambe le realtà, è senza dubbio un testimone privilegiato di questa rivalità.

Pallacanestro Trieste-Udine: quanti derby da brivido
Scoonie Penn, grande protagonista del derby del gennaio 2001

Per Ghiacci, reggiano doc, il derby per antonomasia è sempre stato quello della sua amata terra: la classicissima emiliana tra la sua Reggio Emilia e la Virtus Bologna. Nonostante ciò ha imparato nel tempo ad amare e rispettare profondamente la sfida tra Trieste e Udine, riconoscendone la carica emotiva e l’importanza identitaria per il territorio.

«Partita dal peso specifico notevole – sottolinea Ghiacci – perché un derby va oltre le logiche di una normale partita di campionato ma soprattutto per il momento particolare che stanno vivendo le due squadre. Chi vince rifiata, prende una boccata d’ossigeno e riparte, chi perde farà i conti con un’altra settimana complicata».

«In questo momento, la pressione sta tutta sulle spalle di Trieste, perché gioca in casa e perché in queste prime settimane non ha rispettato le aspettative di inizio stagione. Il momento non è semplice ma conosco Arcieri e lo staff e so che faranno tutto ciò che serve per trasformare la tensione in energia positiva».

Un derby cancella le logiche della classifica e i valori tecnici, analizzando i quaranta minuti e i roster delle due squadre, però, impossibile non assegnare alla Pallacanestro Trieste i favori del pronostico.

«Se parliamo di qualità del roster, Trieste ha senza dubbio un organico più attrezzato e profondo – continua Ghiacci –. C’è però l’incognita del derby e, come giustamente avete sottolineato, queste sono sfide in cui la tensione la fa da padrone e i valori tecnici a volte vengono un po’accantonati per dare spazio all’agonismo».

«Da questo punto di vista Udine non deve prendere lezioni da nessuno. Ha dimostrato di avere grande carattere. Il match giocato in casa contro i campioni d’Italia della Virtus Bologna, al netto del risultato finale, non può che sostanzialmente confermarlo».

Un derby passa anche dai suoi protagonisti. Al netto dei tanti stranieri che infarciscono le due rose, saranno i giocatori italiani quelli che maggiormente potranno sentire il peso di questa sfida. «Direi che, per il loro temperamento, Ruzzier da una parte e Alibegovic dall’altra mi sembrano i giocatori più adatti a sentire la sfida e fare la differenza in una partita così sentita».

Derby significa emozioni, sensazioni e ricordi. «Ricordo un episodio legato al primo Trieste-Udine vissuto al PalaRubini – conclude Ghiacci –. Stavo sollecitando i tifosi friulani a lasciare il palazzo a fine partita e finii per fare baruffa con Stefano Capitanio. Ironia della sorte, l’ho poi conosciuto bene durante la mia esperienza alla Snaidero e conobbi un bravissimo ragazzo».

«Purtroppo la sua mancanza si sentirà in questo derby cosi come, a causa del daspo, si sentirà quella di un’altra splendida persona come Andrea Mariotti. Due simboli di due tifoserie che, mi auguro, sapranno dare il meglio di se stesse sostenendo i propri colori ma evitando di trascendere in episodi spiacevoli».

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