Dopo 3 anni di purgatorio Tuiach ritorna sul ring

TRIESTE. Ha ritrovato la serenità, ha scoperto la Bibbia, ora vuole ritrovare il ring e puntare a un titolo. Dopo circa 3 anni di inattività, Fabio Tuiach torna al pugilato professionistico. Nessun sotterfugio, nessuna fuga sotto una bandiera estera. Il pugile triestino ritrova il benestare ufficiale dalla federazione italiana dopo aver superato la risonanza e i test medici che lo avevano “congelato” e tenuto per precauzione distante dall'agonismo.
A metterlo alle corde, anzi ai margini della boxe, fu il secco ko patito in Germania, sul ring di Oldenburg, nell'ottobre 2008 nell'assalto al titolo europeo dei pesi massimi leggeri. A frantumare un sogno, ma soprattutto a compromettere seriamente la tenuta psico-atletica del triestino, furono le mazzate di Marco Huck. Da quel giorno i responsi medici impedirono il ritorno di Tuiach, una possibile rivalsa. Ne ha provate a modo suo il triestino, escogitando delle formule alternative alla brama di ring, passando dalla estemporanea esperienza nella kick-boxing all'accenno al ruolo di insegnante al servizio dei giovani attratti dalla nobile arte.
Nel frattempo anche la vita fuori dal ring ha voluto portare i suoi montanti, di quelli che lasciano il segno, tracciando due lutti e incrinando, sia pur momentaneamente, l'equilibrio coniugale. Pagine di ieri. Fabio Tuiach si presenta ora come un pugile ritrovato, anzi un uomo rinato.
Giunto sulla soglia dei 32 anni, l'ex campione italiano dei pesi massimi leggeri archivia il passato e riordina i progetti, partendo da vecchi stimoli, nuovi traguardi e con un coach niente male a ispirare le ambizioni: «Ho ritrovato la fede, sono forte della scoperta di Dio - garantisce Fabio Tuiach -. Voglio che torni tutto come prima, ritrovando anche l'appoggio di un tecnico come Adriano Krapez, che mi conosce bene. Sono stati anni lunghi e dolorosi, per vari motivi - sottolinea il pugile - tutto ciò che avevo in poco tempo è scomparso, dagli affetti di famiglia alla mia passione sportiva. Ora mi sento bene, ho rifiutato di combattere per federazioni straniere e ho solo il gran desiderio di farmi valere, recuperare il tempo perduto e stare attivo almeno per altri quattro-cinque anni». Curiosa la molla che ha contribuito alla rinascita di Fabio Tuiach: «Non deve suonare in maniera offensiva per un mio vecchio compagno di sedute, tutt'altro - premette Tuiach - ma quando ho visto Vidoz ancora sul ring beh, ho capito che potevo fare altrettanto, dovevo farlo. Fortunatamente l'ultima risonanza è andata bene e grazie a Dio posso tornare ad essere un pugile». I primi programmi indicano un possibile ritorno ufficiale questa estate, forse già nel cartellone sottoclou dell'assalto di Brunet Zamora alla corona europea dei Superleggeri.
Francesco Cardella
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