Dopo Parma e Cesena anche il Cagliari è già in B

CAGLIARI. Cagliari in serie B. E forse nel modo peggiore, in mezzo alle contestazioni per squadra e presidente: i rossoblù hanno dato matematicamente l'addio alla A con la palla tra i piedi e il pubblico che li fischiava.
Increduli i tifosi: si aspettavano che l'aritmetico calcio in B arrivasse da un pareggio o una vittoria dell'Atalanta con il Genoa. E invece no: il Grifone ha vinto fuori casa e la retrocessione è arrivata dalla sconfitta (0-1) con un Palermo senza Dybala in campo e senza più nulla da chiedere al campionato.
Decisivo Vazquez, al 9' del primo tempo, freddo e preciso dopo che Rossettini, forse disturbato dal vento, gli ha messo sui piedi un pallone d'oro. Lui non ha potuto far altro che esprimere quello che sa fare: interno a giro e palla all'angolino.
Da quel momento in poi sono cominciate le colpe e le occasioni da gol buttate via dal Cagliari. Rossoblù confusi, spaventati e poco lucidi. Sono riusciti a mascherare brutte sensazioni e stato d'animo di chi è destinato al patibolo con un primo tempo in cui si è visto almeno qualcosa in fase di costruzione di palle gol. Tutto vanificato dalla paura di far gol davanti a un Sorrentino che quando vede il Cagliari si esalta sempre.
Infine, la contestazione, fortissima, che arriva quando ormai il pubblico capisce che non c'è più niente da fare: cori contro i giocatori e il presidente Giulini, che alla prima stagione dopo 22 anni di gestione Cellino, si ritrova subito a che fare con un'amara retrocessione. È davvero la fine. L'ultima retrocessione risale a quindici anni fa, stagione 1999-2000. Poi il ritorno in A nel 2003-2004: in campo c'erano Gianluca Festa e Gianfranco Zola, due dei tre allenatori (l'altro era Zdenek Zeman) di questa stagione finita con la matematica retrocessione in B.
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