Dopo un secolo di calcio il vivaio del Ponziana è diventato Triestina

TRIESTE. Trieste dopo un secolo, quasi senza che ce ne accorgessimo, il vivaio del Ponziana non esiste più. Senza cambiare responsabile o sede, né campi da gioco, né maglie, una settantina di...
Di Bruno Lubis

TRIESTE. Trieste dopo un secolo, quasi senza che ce ne accorgessimo, il vivaio del Ponziana non esiste più. Senza cambiare responsabile o sede, né campi da gioco, né maglie, una settantina di ragazzini che erano tesserati per il Ponziana sono stati pilotati verso l’ennesima Triestina. Tutto è successo tra il 12 luglio, quando genitori e ragazzi sono stati nformati dei programmi agonistici del Ponziana, e il successivo lunedì 15 luglio, quando ai medesimi è stato consigliato di firmare per la nuova società alabardata. I genitori sono stati d’accordo e così al Ponziana, di tutte le squadre giovanili, non è rimasta che quella dei juniores.

Si diceva che nemmeno le maglie sono cambiate. Infatti i Giovanissimi sperimentali hanno indossato la maglia del Ponziana con lo scudetto coperto pudicamente da un pezzo di nastro adesivo. Oltre che giocatori, il Ponziana s’è privato anche dell’abbigliamento sportivo. Ma c’è chi non lascia che il passaggio a miglior vita del vivaio ponzianino avvenga senza nemmeno jna commemorazione. Così chi è diventato giocatore con le squadre giovanili del Ponziana – Mauro Gherzil e Mauro Loschiavo – si sia incontrato con chi è stato dirigente per oltre vent’anni – i fratelli Leonetti, Vincenzo e Nino che è poi lo storico della società ; chi è solo appassionato del settore giovanile e vive la vita delle squadre giovanili – Dario Vattovani e Vincenzo Cirigliano – si dolga della scomparsa con chi è stato dirigente perché seguiva l’evoluzione sportiva del figliolo – Lino Tommasi e la figlia del compianto Franco Gherlizza, Martina.Il vivaio del Ponziana ( mentre oggi viene chiamato il settore giovanile) non c’è più ma ha lasciato il segno. Sul campo posto in basso tra San Giacomo e Servola hanno mostrato doti fuor dal comune Memo Trevisan, poi Cudicini, Giorgio Ferrini, Galeone, Ghersetich, Florio, Frontali. Chissà quanti altri dimentichiamo e perciò chiediamo scusa per l’ingiustizia. Oltre a questi nomi che hanno militato tra i professionisti, decine e decine di ottimi giocatori. Certo, chi riusciva a trattare bene il pallone su quei fondi così sconnessi poi sull’erba sapeva diventare addirittura un artista.

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