È il circuito più veloce del mondo Nel 1961 l’incidente con più morti

Dalla cronaca sportiva si passa alla storia, dalla storia ci si trasferisce nella leggenda. È questo il passaggio che si deve fare ripercorrendo gli eventi andati in scena all’autodromo di Monza, che...
Di Nicola Artoni

Dalla cronaca sportiva si passa alla storia, dalla storia ci si trasferisce nella leggenda. È questo il passaggio che si deve fare ripercorrendo gli eventi andati in scena all’autodromo di Monza, che dagli anni Venti del secolo scorso ospita quasi ininterrottamente il Gp d’Italia. La costruzione dell’autodromo, posto all’interno del parco di Monza, risale al 1922 e fu avallata a gennaio dall’Automobile club di Milano. I lavori iniziarono il 15 maggio e in 110 giorni il circuito era pronto. Il 28 luglio fu possibile completare il primo giro di pista a bordo di una Fiat 570.

Al momento della sua costruzione l’autodromo di Monza era soltanto il terzo circuito permanente del mondo, alle spalle di Indianapolis (1909) e Brooklands (1907, oggi non più esistente). Il progetto preliminare prevedeva un tracciato a forma di otto della lunghezza di 14 km ma, a causa dell’impatto ambientale, si decise invece di approvare un progetto che utilizzasse in gran parte le preesistenti strade del parco e limitasse l’abbattimento degli alberi. La prima configurazione dunque fu di 5.500 metri, oggi il tracciato è invece di 5.793 metri. Con quella di quest’anno saranno 86 le edizioni del Gran premio d’Italia, delle quali 78 si sono svolte a Monza.

Solo in cinque occasioni il Gran Premio si è disputato in altre città: Montichiari (1921), Livorno (1937), Milano (1947), Torino (1948) e Imola (1980). Una delle caratteristiche principali di Monza è la sua velocità. Nel 1991 il circuito di Silverstone è stato modificato e la pista brianzola è divenuta la più veloce del Circus. Il pilota colombiano Juan Pablo Montoya ha stabilito qui due record tuttora imbattuti. Nelle prove del Gp d’Italia del 2004 ha fermato il cronometro su 1’19’’525, con una media di 262,240 chilometri orari, la più alta mai registrata nella storia della Formula 1. L’anno dopo lo stesso Montoya ha raggiunto la velocità di punta più alta mai registrata nella storia di questo sport. Nel corso di alcuni test ad agosto 2005 la sua McLaren Mercedes è arrivata a 372,6 orari, sebbene il record ufficiale (in gara) appartenga al suo compagno di allora, il finlandese Kimi Raikkonen, che sempre a Monza lo stesso anno ha toccato i 370,1.

A Monza si è registrato anche il più breve distacco tra primo e secondo nella storia della Formula 1. Siamo nel 1971 e cinque piloti tagliano il traguardo in un secondo. Il primo è il britannico Peter Gethin su Brm, che precede lo svedese Ronnie Peterson di un solo centesimo di secondo. Peterson è poi morto a Monza in un incidente nel 1978.

Sempre a Monza si è verificato anche il più grave incidente nella storia del Circus. Al secondo giro del Gp del 1961, all’ingresso della parabolica, la Lotus di Jim Clark toccò la Ferrari di Wolfgang von Trips, che finì fuori pista travolgendo gli spettatori. Morirono quindici persone, compreso von Trips. A Monza ha perso la vita anche l’austriaco Jochen Rindt, nel 1970. Al momento del decesso Rindt era in vetta al Mondiale, non venne più raggiunto e divenne così il primo e unico campione del mondo postumo in Formula 1.

Tra i piloti il plurivincitore è Michael Schumacher, che ha trionfato cinque volte, seguito da miti assoluti come Nuvolari, Piquet, Ascari, Fangio, Prost e Vettel, fermi a tre.

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