È nata la Triestina 2012 e spunta Irneri

TRIESTE. Finalmente qualcosa si è mosso per far risorgere l’Unione. Anzi più di qualcosa. Nel primo pomeriggio è stata costituita davanti al notaio l’Unione Triestina 2012. Nel pomeriggio è esploso un rumors secondo il quale Piero Irneri (figlio di Giorgio ex proprietario del Lloyd Adriatico) sarebbe disposto a finanziare la Triestina consentendo così di chiedere l’iscrizione in serie D con la conseguente partnership sul piano sportivo garantita dal presidente del Siena Massimo Mezzaroma (che è il famoso amico di Vasco Vascotto). Il contatto, anche con l’amministrazione comunale c’è stato, ma non è scontato che l’operazione vada in porto.
La certezza è che la “società” costituita ieri dal notaio consentirà di formalizzare entro il 6 agosto la richiesta di riaffiliazione con inserimento in Eccellenza. E la stessa struttura non sarà di ostacolo a chiunque volesse con serietà intervenire finanziariamente per la crescita della nuova Triestina. Non è un caso infatti se il nuovo soggetto giuridico non si sia dotato di organi amministrativi e gestionali proprio per poter organizzare la struttura quando sarà chiara la compagine sociale. L’Unione Triestina 2012 ha quattro socie e un amministratore unico. Si tratta del quarantatreenne triestino Andrea Puglia, direttore e presidente della Several Insurance Brokers.
E lo stesso Puglia a voler sottolineare la mission della società. «Questo è solo un primo passo che andava fatto dopo le tante riunioni promosse dall’amministrazione comunale - spiega Puglia -. Oggi siamo in quattro ma abbiamo alle spalle una ventina di piccoli imprenditori che hanno a cuore il destino della Triestina. Ora siamo in grado di chiedere, assieme al sindaco, la riaffilazione agli organi federali. Abbiamo le risorse per garantire la partecipazione all’Eccellenza. Quello di oggi è un atto concreto che era necessario. È evidente che c’è piena disponibilità nei confronti di chi, avendo maggiori disponibilità di risorse, potrebbe garantire un progetto per l’Unione che riparta dalla D. Possiamo farlo assieme o possiamo anche farci da parte. Insomma nessun ostacolo e piena apertura. Se ci saranno le condizioni ovviamente chiederemo l’iscrizione in D (che resta comunque a discrezione della federazione)».
È evidente che un progetto con almeno 500-600 mila euro in più in cassa (oltre ai 300 mila che se ne andrebbero per la D) e un partnership con un operatore del calcio pronto a mettere a disposizione una decina di giovani calciatori, un diesse e l’allenatore, faciliterebbe la ripartenza della Triestina.
Non bisogna dimenticare infatti che, anche se si dovesse partire dall’Eccellenza, sarebbe non agevole allestire una squadra ad agosto inoltrato. I giocatori bravi per la categoria e soprattutto i fuori quota giovani (in D è anche più difficile) saranno già impegnati nella preparazione con le rispettive squadre.
Dopo due mesi vissuti pericolosamente comunque quando si ricomincerà a parlare di campo, giocatori e partite sarà un sollievo. A patto che, anche se le risorse non sono molte, ci sia un progetto chiaro. E che, nel caso dovesse arrivare un socio “pesante”, si tratti di persona corretta e solvibile e anche capace di delegare le decisioni relative alla gestione sportiva.
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