Ghiacci: «Dalmasson e un’anima italiana. La prossima Allianz ripartirà da qui»

«Messa in sicurezza la società, ho una bozza di budget. Mi confronterò con il coach. Abbonati, notizie in settimana»
Lasorte Trieste 01/04/19 - Il Piccolo, Aperitivo sotto Canestro, Mario Ghiacci
Lasorte Trieste 01/04/19 - Il Piccolo, Aperitivo sotto Canestro, Mario Ghiacci

TRIESTE Chiusa la stagione, sistemati i conti, messa in sicurezza la Pallacanestro Trieste, Mario Ghiacci comincia a ragionare sul prossimo campionato. Lavorando per gradi e cercando di sistemare, passo dopo passo, le diverse anime della società. Nuovamente in città dopo il lungo periodo trascorso a Reggio Emilia, il presidente è pronto a riprendere il discorso da dove l'aveva interrotto.

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Avere in mano un club come la Pallacanestro Trieste è una grande responsabilità, nelle ultime settimane ha lavorato per metterla in sicurezza. Sono state scelte prese in autonomia o condivise?

Sono state fatte scelte importanti che, in qualità di presidente della Pallacanestro Trieste, ho potuto fare in autonomia. È chiaro però che le operazioni adesso andranno portato nel Cda. Abbiamo un Consiglio di amministrazione formato da Luca Farina e Marco Bono, con loro mi confronterò nei prossimi giorni.

In un momento in cui le certezze non abbondano, lo staff tecnico è una delle poche da dove ripartire. Chiarito che di mercato si parlerà a tempo debito, una chiacchierata su quella che potrà essere la prossima stagione l'avete già fatta?

Non ancora. La stagione si chiude ufficialmente il 30 giugno, l'idea è di avere un primo approccio tra un paio di settimane verso fine maggio. In questi giorni ho ipotizzato una bozza di budget per il prossimo campionato, non è chiaramente definitivo ma ci può dare un'idea di come muoverci. Ci siederemo assieme e valuteremo le linee guida da seguire.

Dalmasson è stato in discussione lo scorso dicembre ed è reduce da un campionato difficile sotto molti punti di vista. Mai pensato di usare una stagione interlocutoria come la prossima e ripartire con un nuovo ciclo?

No, Dalmasson ha un contratto e negli ultimi mesi dello scorso campionato abbiamo superato le difficoltà cominciando a lavorare in una certa ottica. Dopo aver riunito il Cda e parlato con i soci sarà la volta dell'area tecnica. Ci confonteremo, metteremo sul tavolo le nostre idee e valuteremo come portare avanti la stagione.

Parliamo di giocatori: sotto contratto in questo momento ci sono Fernandez, Baldasso, Da Ros, Cervi e Deangeli. È corretto dire che Trieste ripartirà da una base italiana?

Certamente sì. Credo che a giugno nel discorso potrebbe rientrare anche Schina. Poi dovremo valutare cosa fare con i nostri giovani. Matteo ha fatto molto bene a Monfalcone ed è cresciuto, Deangeli causa infortuni non ha avuto una stagione facile a Biella. Per entrambi, però, giocare sarebbe importante. In questo momento tra A1 e A2 c'è una notevole differenza, l'idea è fare quello che qualche anno fa fece Venezia con Candussi, Ruzzier e Tonut: trovare spazio ai nostri ragazzi per farli crescere.

In una recente intervista, parlando delle future trattative, ha parlato di possibili scelte impopolari in vista della prossima stagione. Ci sono triestini come Cavaliero e Coronica attualmente senza contratto: era una frase riferita a loro?

A nessuno in particolare, sottolineavo che come presidente sarò costretto a guardare prima di tutto all'interesse della società. Il discorso è a 360 gradi, può valere per giocatori, dirigenti, membri dello staff. È un compito ingrato quando hai a che fare con persone con cui lavori da anni. Quando smisi con Reggio Emilia, mi trovai nelle condizioni di dover dire a Mike Mitchell che dopo sette stagioni la sua storia con la società era finita. Mi uccideva l'idea, per fortuna me ne andai prima.

Parlando di tifosi, è stata apprezzata la disponibilità della società ad andare incontro agli abbonati. Ci sono novità in questo senso?

Entro la fine della settimana saremo più precisi e daremo notizie in merito.

In vista della prossima stagione, grazie alla disponibilità di Allianz, Trieste potrebbe sfruttare la sua solidità per ritagliarsi un posto dietro le grandi del campionato. Analisi troppo ottimistica?

Se ragioniamo in termini di solidità societaria è un discorso molto giusto. Purtroppo negli anni abbiamo visto che nel nostro mondo c'è gente che spende molto più di quanto potrebbe e ciò rischia di alterare gli equilibri. Mi auguro che in questo particolare momento storico tutti gli addetti ai lavori agiscano con il necessario senso di responsabilità. —


 

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