Giorgio Petrosyan a Tokyo anche contro il jet-lag

Il due volte campione del mondo del K1 World Max affronta il nipponico Hinata Per metterlo in difficoltà gli organizzatori lo hanno fatto arrivare solo sabato

di Stefano Bizzi

Gorizia

Per cercare di batterlo, ormai le provano tutte. Appurato che sul ring, contro Giorgio Petrosyan, non c’è n’è per nessuno, e che nell’ultimo match, per non uscire sconfitto, il marocchino Chahid Oulad el Hadj si è inventato una scenata che gli ha permesso di ottenere la sospensione del giudizio da parte dei giudici, i quali, alla fine, non hanno assegnato l’incontro, ora i gapponesi tentano la carta del fuso orario. Stasera il due volte campione del mondo del K-1 World Max affronterà a Tokyo il beniamino di casa Watanabe Hinata. Ma nella capitale nipponica Petrosyan è arrivato solo sabato dopo un viaggio di oltre 24 ore.

«Avevo chiesto di poter arrivare con un po’ più di anticipo, ma mi hanno detto che non c’erano voli disponibili. Non saprei dire se è vero. Ma così è».

Petrosyan, questo la preoccupa?

Se avessi dovuto affrontare un torneo mi avrebbe preoccupato, ma si tratta di un incontro singolo e posso sopportare la stanchezza.

Sembra ormai che tutti attendano la sua prima vera sconfitta?

In questo momento tutti vogliono combattere con me perché, in caso di vittoria, le loro quotazioni andrebbero molto in alto.

Hinata, in ogni caso, non è uno qualsiasi. Nel suo Paese è già una stella...

Sì è vero, ha battuto per ko uno forte come Artur Kyshenko e si è aggiudicato ai punti il match con Mike Zambidis. Ha dei problemi sui tornei, ma negli incontri singoli è forte. Poi è mancino.

Come lei, questo cosa significa?

Significa che sarà difficile per entrambi. Ce ne sono pochi in giro e né io né lui siamo abituati ad affrontarli. Con un mancino il lavoro da fare cambia completamente, a partire dagli spostamenti.

Lei come si è preparato?

In palestra abbiamo un altro mancino, Michele Bruni, mi sono allenato con lui e anche il mio maestro, Alfio Romanut, mi ha preparato tenendo la guardia mancina.

Quali sono le caratteristiche di Hinata?

All’80% usa le gambe. Non è aggressivo, ma aspetta e prova ad anticiparti col calcio. Può essere pericoloso.

La scorsa settimana ha avuto dei problemi alla schiena, ora come va?

Sono stato fermo quattro giorni, ma ora va meglio. Mercoledì ho fatto l’ultima seduta di fisoterapia. In vista dell’incontro, la schiena non dovrebbe essere un problema.

Torna per la prima volta in Giappone dopo il fallimento del torneo K-1: ha speranze di ottenere il premio da 200mila dollari che non le è stato mai pagato?

Poche. Ma il manager olandese che mi ha portato al torneo, domani incontrerà un avvocato giapponese e vedremo cosa si potrà fare.

Intanto al posto del K-1 World Max quest’anno ci sarà il torneo It’s Showtime “Fast and fourious”, il sorteggio di Bruxelles l’ha accoppiata di nuovo con Chahid. Destino?

Lui è senza dubbio uno duro, ma lì sono tutti veramente forti. Chiunque fosse capitato dei sette avversari, sarebbe stato difficile. Va bene così. Sì, si vede che era destino che ci reincontrassimo. Ora però penso solo a Hinata.

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