Gli Ultras con fumogeni e minacce E i giocatori si tolgono le maglie

TRIESTE. Ieri pomeriggio, Basovizza. Sono le ore 15. Da pochissimo la Triestina (o meglio, quella che dovrebbe essere la Triestina, ma che attualmente è difficile definire tale), dopo dieci giorni di...
Lasorte Trieste 05/08/14 - Campo Basovizza, Ultras Triestina, Allenamento Squadra
Lasorte Trieste 05/08/14 - Campo Basovizza, Ultras Triestina, Allenamento Squadra

TRIESTE. Ieri pomeriggio, Basovizza. Sono le ore 15. Da pochissimo la Triestina (o meglio, quella che dovrebbe essere la Triestina, ma che attualmente è difficile definire tale), dopo dieci giorni di pausa è ritornata ad allenarsi sul sintetico di Basovizza: in campo dodici giocatori messi insieme alla bell’e meglio, ovvero gli stranieri già presenti in città più un gruppetto di non meglio precisati calciatori sloveni. Poco si sa anche sul tecnico che sembra dirigerli, pare un allenatore proveniente dalla serie B slovena. Mbock sta spiegando che comunque non sarà lui il mister: sta solamente tenendo in allenamento i ragazzi. All’improvviso arriva un furgoncino dal quale scende un gruppetto di ultras, una dozzina circa, che sembrano particolarmente animosi. Già nel tragitto verso il campo, si sentono le prima urla: «Via quelle maglie!», «Questa non è la Triestina!», «Basta con sta roba!». Volano due fumogeni, uno purtroppo andrà a danneggiare un piccolo pezzetto del sintetico dello Zarja. Poi il gruppetto entra deciso in campo per fermare l’allenamento. Volano parole grosse, c'è un piccolo parapiglia, quindi entrano in campo anche un paio di genitori dei ragazzi che si stanno allenando per difendere i figli: c’è qualche strattone, alcune spinte, ma per fortuna non si trascende. La volontà degli ultras è subito chiara: togliere ai ragazzi le maglie rosse con lo stemma alabardato, perché non considerano questa la vera Triestina, oltre al fatto che il marchio non può nemmeno essere usato. Il gruppone esce tutto insieme dal campo, poi i ragazzi della curva si dirigono contro Mbock, che appare comunque imperturbabile: non c’è nessuna aggressione, forse al massimo un paio di spintoni, ma solamente tanti insulti e soprattutto l’intimazione ad andare via da Trieste e vendere subito la Triestina. La tensione è altissima, ma pochi secondi dopo la situazione torna già a calmarsi: gli ultras considerano che Mbock ha ricevuto ben chiaro il messaggio. Ottengono inoltre dai giocatori il gesto di depositare le maglie rosse, si raccomandano che non vengano più indossate, e se ne vanno. Poco dopo iniziano ad arrivare pattuglie di carabinieri e polizia, sia per ricostruire l’accaduto che per sorvegliare in vista di nuove incursioni. Non succede più nulla. I giocatori tornano ad allenarsi, ma indossando solo magliette bianche e casacche gialle. Sono sempre dodici. Alla fine al campo di Basovizza, fra polizia e carabinieri, sono di più i rappresentanti delle forze dell’ordine. (a.r.)

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