Ibra, Bale, Arda Turan Il club dei campioni senza palcoscenico

L’ipotetica formazione composta da tutti quei giocatori rimasti esclusi dal mondiale o da quelli kappaò per infortuni potrebbe vincere la finale del Maracanà? È una domanda che autorevoli opinionisti ed esperti del mondo pallonaro si sono già posti. Sono suggestioni che gli appassionati divorano e visioni che scatenano le fantasie da bar. Però è un fatto che saranno in molti i giocatori a godersi le vacanze con le famiglie e altri invece saranno costretti alle cure mediche. Calciatori di classe cristallina decisivi nei rispettivi campionati e nelle competizioni internazionali.
Ma che colpa hanno due fuoriclasse come Bale e Ibrahimovic se sono nati in Galles e in Svezia? Il primo, esterno sinistro trasferitosi al Real con un clausola rescissoria da 100 milioni di euro, ha poco da recriminare. Il suo Galles nella storia si è qualificato alla fase finale dei mondiali solo in qualche occasione. Magari l'attuale pupillo del Bernabeu potrebbe pensare di imitare Diego Costa e diventare cittadino inglese. Quella invece di Ibra è ormai una sorta di maledizione. Nonostante le decine di reti segnate su tutti i campi del Vecchio Continente Zlatan non è ancora mai riuscito a sollevare un trofeo internazionale. La sua Svezia ha spesso giocato la fase finale (e anche con qualche buon risultato) ma in questa occasione, nonostante le prodezze del suo asso, è rimasta a casa. E ormai per Ibrahimovic alle soglie dei 33 anni le occasioni sembrano finite o quasi. Un attacco con questi due giocatori, assieme a Tevez che il ct argentino Alejandro Sabella ha preferito ignorare (e la stagione per lo juventino è stata di quelle con i fiocchi), farebbero la gioia dei molti ct volato in Sudamerica. Tra gli infortunati illustri l’ultimo a essere colpito dalla malasorte è stato il colombiano Radames Falcao, mentre l’inghilterra è inguaiata per il grave stop di Theo Walcott. Ma l’elenco degli arruolabili in prima linea non è finito. Il talento del polacco Lewandowski non impreziosirà il più importante palcoscenico internazionale e lo stesso discorso vale per Arda Turan, uomo spesso decisivo nell’Atletico Madrid, che tuttavia non è riuscito a portare in Brasile la Turchia. Ultimo degli esclusi è lo juventino Fernando Llorente sopravanzato nella Spagna da Diego Costa.
Dietro a questi ragazzoni capaci di andare in gol a raffica, lo schieramento della nazionale “assenti” potrebbe contare su uomini d’ordine e di copertura di assoluta affidabilità a centrocampo. Due di questi talenti sono stati lasciati a casa per scelta tecnica dai rispettivi selezionatori. Il viola Borja Valero non è riuscito a vincere la concorrenza, peraltro molto qualificata, dei pilastri del Barcellona e del Real Madrid (da Xabi Alonso a Iniesta o Fabregas).
Lo stesso è successo al francese Nasri che con le prestazioni nell’Arsenal non ha convinto il trainer transalpino Deschamps. Non si può dire lo stesso per il gigante del centrocampo del Bayern Alaba che ha l’unico difetto di avere la nazionalità austriaca. La Spagna invece dovrà fare a meno dell’acciaccato di lungo corso Thiago Alcantara, mentre l’Olanda ha rinunciato da un pezzo al romanista Kevin Strootman.
Accomunati dallo stesso destino di Alaba, e cioè di non appartenere a nazionali strutturate a livello internazionale, anche alcune pedine interessanti del reparto arretrato. Benatia con la maglia giallorossa ha dimostrato di essere uno dei migliori centrali della serie A ma milita nel Marocco. La formazione che potrebbe essere allenata da un ex campione del mondo come Marcello Lippi avrebbe a disposizione anche tre portieri di tutto rispetto. In “panchina” lontano dal Brasile resteranno Samir Handanovic (interista della Slovenia, non qualificata) e soprattutto Cech (Repubblica Ceca), estremo difensore di grande affidabilità. E nemmeno Victor Valdes (Barcellona) è riuscito a recuperare dal grave infortunio.
Qualche rimpianto anche sul fronte italiano. Totti, senza qualche infortunio di troppo, poteva puntare al quarto mondiale e il suo compagno Florenzi a un esordio. Qualche frecciatina a Prandelli è arrivata anche da Luca Toni e da Alberto Gilardino forti di un’ottima e di una buona stagione con le maglie di Verona e Genoa. Nonostante qualche perplessità anche Pepito Rossi non è riuscito a recuperare la forma, mentre la palma della sfortuna va a Riccardo Montolivo, uscito dal match con l’Irlanda con la gamba spezzata.
L’appuntamento per alcuni, quelli meno attempati, sarà per la prossima volta in Russia nel 2018 e in Qatar nel 2022 (se si giocherà lì). Dove il sole brucerà ancor di più che in Brasile e le mancate convocazioni o esclusioni eccellenti anche.
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