Il 2014, un vero martirio per Bertossi

GORIZIA. Se il buongiorno si vede dal mattino, che il 2014 potesse essere un anno da dimenticare mister Massimiliano Bertossi lo ha scoperto immediatamente. «Mi sveglio la mattina del primo gennaio e mi sento tremendamente debole: scotto, e mi misuro la febbre. Non mi alzerò più dal letto causa influenza fino a dopo l'Epifania. Dissi subito a mia moglie: cominciamo bene quest'anno...»
Ma il peggio doveva purtroppo ancora venire per il tecnico di origine ronchese, uno di quelli specializzati in promozioni: dalla Cormonese al San Lorenzo, di soddisfazioni in panchina ne ha vissute tante. Fino appunto a questo 2014: «Ho vissuto l'esperienza sportivamente più sfortunata della mia carriera - sottolinea Bertossi - con la prima retrocessione della mia vita da allenatore: con il Pieris non siamo riusciti a evitare la sconfitta ai play-out. E pensare che da quint'ultimi fino all'anno prima non si disputavano gli spareggi, si era salvi. Era proprio destino: abbiamo pagato l'enorme difficoltà a fare gol».
Ma è soprattutto fuori dal campo che il 2014 si trasforma in un calvario per Bertossi: «Ho dovuto superare quattro operazioni alla schiena tra aprile ed agosto. In particolare l'estate è stata tremenda: sono entrato in ospedale il primo luglio e ne sono uscito un mese dopo. Ho dovuto subire l'asportazione di alcune viti, sostituite da una decina di altre che mi aiutano ora a camminare e a svolgere una vita del tutto normale. Ma per questi problemi di salute mi hanno dovuto applicare 50 punti di sutura sulla pancia, perché dalla schiena non riuscivano a intervenire per la posizione delicata in cui dovevano operarmi. E' stata un'annata terribile, non vedo l'ora che finisca questo 2014».
Da qualche settimana però la vita di Bertossi è tornata la solita: entusiasmo e pallone. «Da una decina di giorni sono tornato a lavorare, e in queste settimane sto svolgendo anche un corso per allenatori del settore giovanile a Vinovo, organizzato dalla Juventus. Un’esperienza formativa estremamente importante: sono pronto per ricominciare ad allenare dopo l'inferno di questi ultimi mesi. Inizierei anche da una squadra giovanile, ambito molto interessante».
Ma uno sguardo sul campionato degli adulti resta sempre: «Ovviamente mi tengo aggiornato». La via crucis è finita, ora Bertossi può riabbracciare la sua passione: insegnare calcio.
Matteo Femia
Riproduzione riservata © Il Piccolo