Il Milan riabbraccia Kakà: «Certi amori non finiscono»

MILANO. L'accordo è stato trovato alle 3 di notte a Madrid, ma il contratto biennale viene ritoccato più volte e non è ancora ufficiale quando alle 19.20 Ricardo Kakà si affaccia da un balcone della sede del Milan battendosi il pugno sulla maglia rossonera n.22 all'altezza dello stemma, scatenando l'ovazione di una folla di tifosi radunati in via Turati.
Dopo averlo inseguito a lungo, Kakà esaudisce il suo desiderio di lasciare il Real Madrid per vestire ancora rossonero. «Sono tornato a casa: ha ragione Galliani, certi amori non finiscono mai», ha sorriso sbarcando a Linate poco dopo le 12 della prima giornata della sua seconda vita al Milan. Dopo «un periodo difficile» al Real Madrid si riduce l'ingaggio da 10 a 4 milioni di euro netti più bonus per due anni, al termine dei quali è pronto lo sbarco negli Stati Uniti. A meno che i Los Angeles Galaxy non lo convincano già ad aprile, con un conguaglio al Milan che almeno in parte andrebbe al Real. Al quarto tentativo, il ritorno è riuscito, e Galliani può esultare: «Missione compiuta».
Sbarcato nel 2003 in Italia con la faccia da liceale e la valigia piena di biglietti portafortuna dei parenti, Kakà comincia la sua nuova avventura rossonera con in mano la sua maglia numero 22, indosso t-shirt bianca e jeans, e il solito sguardo da bravo ragazzo, che però ad aprile ha compiuto 31 anni e negli ultimi quattro ha accumulato diversi problemi muscolari e poche soddisfazioni. Per gli scettici rischia di essere una minestra riscaldata, insapore come nel caso di Andriy Shevchenko. Per i più entusiasti è la chiusura di un cerchio che farà bene al Milan e a Kakà. «Ho 31 anni e tanta voglia di vivere le gioie del passato. Sto bene, e da tanto tempo non ho infortuni» ha detto il brasiliano, che in serata è tornato a Madrid per sistemare alcune questioni prima di trasferirsi a Milano e sarà presentato nei prossimi giorni. Potrebbe anche abitare nella casa in zona Magenta (prestata a Pato negli ultimi anni) da dove si affacciò nella gelida serata del 19 gennaio 2009, mentre i tifosi esultavano perchè Silvio Berlusconi aveva rifiutato l'offerta del Manchester City. L'estate successiva il presidente rossonero si è arreso alle necessità finanziarie del club vendendo Kakà per 68 milioni di euro, salvo di lì a poco addebitare a questa cessione i voti persi alle elezioni europee. Sono calati anche gli abbonati, da oltre 41mila nel 2008/09 ai 23.618 dell'ultima stagione, peggior record dell'era Berlusconi, che rischia di essere peggiorato visto che fino a ieri se ne contavano 22.114. Intanto almeno duecento tifosi hanno fatto sentire il proprio affetto al brasiliano all'aeroporto.
«Sono passati quattro anni, ora ritorno - ha sorriso - Da quindici giorni pensavo di poter tornare al Milan, avevo capito che sarebbe stato l'ideale per me. Anche con Ancelotti ho visto che c'era meno spazio al Real e sono tornato a casa. In questi giorni ho sognato di risentire il coro a me dedicato dai tifosi. E non vedo l'ora di tornare a San Siro». Lo aspetta il ruolo da trequartista nella squadra di Balotelli. «Qui trovo sempre grandi campioni. Prima c'era Inzaghi, ora Balotelli. Spero di vivere grandi gioie con lui», ha spiegato Kakà, che con l'azzurro condivide anche l'obiettivo del Mondiale 2014: «È un anno speciale, penso che il Milan mi possa portare a giocare un altro Mondiale in Brasile, un passo alla volta».
Quella di Kakà non è l’unica partenza eccellente dal Real Madrid. Ozil passa infatti all'Arsenal (che ha preso anche Viviano dal Palermo), secondo il quotidiano tedesco Bild l'affare è stato chiuso per 47 milioni di euro. Il giocatore firmerà un contratto quinquennale per 7 milioni di euro all'anno.
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