Italia ko con la Croazia ma è nei quarti di finale

INVIATO A LUBIANA. La Croazia ci ha assestato una bella mazzata. Più forte del 76-68 con cui ha vinto la partita. Una mazzata che sul momento aveva fatto molto male, ma che in serata ha trovato l’unguento lenitivo nella vittoria della Slovenia sulla Grecia che regala anche all’Italia, oltre che agli stessi croati, la certezza di essere nei quarti di finale dell’Europeo. Speriamo che questa notizia risollevi il morale di Belinelli e compagni, che a fine partita avevano le pile scariche. L’Italia ha dato tutto, ha giocato al limite, ma contro i giganti di Repesa per lunghi tratti ne ha ricavato una sensazione di impotenza. Il 9-26 rimediato nel terzo quarto è una cicatrice difficile da rimarginare, i nostri si sbattevano a sangue, ma i croati dilagavano lo stesso da tutte le parti.
Il fatto è che l’effetto-sorpresa è finito: quel modo di giocare inventato negli ultimi giorni a Trieste per fronteggiare l’emergenza ci aveva aiutato a Capodistria, perchè nessuno era riuscito a capirlo in tempo reale ed arginarlo. Adesso invece le nostre avversarie lo hanno studiato al video e l’hanno capito, ingabbiati gli esterni la nostra coperta è ritornata cortissima, come sapevamo. L’orgoglio, il carattere, non bastano più. Ci vuole qualcos’altro da adesso in poi, la Croazia ha detto ancor più chiaramente ciò che la Slovenia aveva già fatto capire giovedì. Come quella sera, anche ieri finchè il grande sforzo degli azzurri poteva essere sostenuto dalla freschezza atletica e mentale, nel primo quarto d’ora, la partita è stata nelle loro mani. Quando quella vecchia volpe di Repesa ha fatto alzare ai suoi il tono della difesa, si è fatto notte. Così, dal 26-13 del 12’, l’Italia ha rimediato un terribile 42-63 nei restanti 28’.
Grande attenzione difensiva, con l’area ben protetta, e lucidità in attacco, stando attenti a non sprecare palloni: così era stato preso in avvio il controllo del punteggio: (13-6, già 3 o 4 palloni rubati e croati senza più bonus dopo 6’33”). Anche con Belinelli in pamnca con 2 falli l’Italia non era arretrata. Anzi, avanzava. La seconda bomba di Datome chiudeva il primo sul 17-8, quella di Diener, la sospensione di Cusin e l’entrata di Belinelli ci facevano arrivare al nostro culmine, il 26-13 del 12’, appunto. Giocando con calma olimpica l’Italia era padrona del match mentre i biancorossi ci stavano capendo ancora poco. A quel punto Repesa ha chiamato timeout, ha sistema la difesa e ha rivoltatoi la partita come un calzino. L’area a scacchi biancorossi è diventata più presidiata, sporcando le percentuali azzurre nell’avvicinamento al ferro e nei palloni persi, mentre dall’altra parte del campo la palla circolava più velocemente e trovava liberi i bombardieri appostati sull’arco: i proietti di Ukic, Bogdanovic, Draper ci hanno fatto male, ne è nato un parziale per i croati di 18-10 che ha mandato le squadre al riposo sul 36-31 per l’Italia.
Al ritorno in campo il canestro italiano è stato messo a ferro e fuoco, Bogdanovic, Simon, Draper martellavano dall’arco, Zoric e le altre torri da una parte imbucavano e dall’altra tenevano puliti plance e ferro. Risultato: altro parzialone di 18-7, 49-43 per la Croazia al 25’ e Italia in grande difficoltà. Era una specie di massacro, non riuscivamo letteralmente neppure più ad avvicinare il canestro, mentre la Croazia lo faceva come e quando voleva, Bogdanovic e Simon erano un castigo di Dio. Così il quintetto di Repesa se n’è andato, superando presto anche i 10 punti di vantaggio (57-45 con il lay up di Zoric che ha chiuso la frazione). Non c’era partita, in 18’ (dal 12’ al 30’) Azzurra aveva rimediato un terrificante 43-19 che diceva tutto. E i tifosi croati, molti di più rispetto agli italiani, gongolavano.
Ma l’Italia, come si sa, non muore mai. Arrivata sul fondo del -14 si è aggrappata alle ultime risorse per rientrare. Cusin e Datome ci hanno riportato fino al -4 (66-70) a 2’ dal termine. Ma il colpo d’ala è mancato. Dopo due rimbalzi preziosi in entrambe le volte è stata sciupata la palla del -2 e queste cose a questi livelli non vengono perdonate e la Croazia ha chiuso il discorso.
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