La sfida di Luna Rossa iniziata in piazza Unità dopo il varo del TP52 con una festa Barcolana

Era il maggio 2018 e per l’equipaggio dei triestini iniziava il sogno America’s Cup. Dal 10 marzo le finali con New Zealand
Il varo di Luna Rossa in piazza Unità a Trieste nel maggio del 2018 (Foto Bruni)
Il varo di Luna Rossa in piazza Unità a Trieste nel maggio del 2018 (Foto Bruni)

TRIESTE. La rincorsa del Luna Rossa Prada Pirelli Team per questa 36a America’s Cup si può dire sia cominciata ufficialmente in un’assolata mattinata triestina del maggio 2018 quando nella spettacolare cornice di piazza Unità fu varato il TP52 che venne usato per rodare l’equipaggio in vista del grande impegno neozelandese.

Il team aveva già cominciato a lavorare a Cagliari, ma era tempo di selezioni per il progetto New Generation e grandi ipotesi circa gli scafi che invece oggi abbiamo ormai imparato a conoscere.

Il TP52 – esattamente come ora gli AC75 – uscì dal cantiere lombardo Persico e Trieste venne scelta per molti motivi: l’ottima logistica per avvicinarsi a Sebenico, dove a fine mese si sarebbe tenuta la prima tappa delle 52 Super Series 2018; la presenza nel gruppo di tanti triestini, primi tra tutti Vasco Vascotto e Giulio Giovanella; ma in particolar modo l’ottimo rapporto intercorrente con la Barcolana, che fece da tramite con il sindaco Dipiazza per ottenere la location più ambita ed esclusiva per il varo.

Nella conferenza stampa organizzata in Prefettura il presidente di Barcolana Mitja Gialuz ripercorse la genesi del progetto: «Quella di Trieste è stata una scelta nata quasi per caso. Loro dovevano fare delle gare in Croazia e quindi era naturale organizzare qualcosa a Trieste. Parlando con Vasco non abbiamo voluto limitarci all’ospitalità, ma trasformare questo varo tecnico in una festa per tutta la città e fare un in bocca al lupo a Luna Rossa, la nostra nazionale della vela. Un varo fatto nello spirito Barcolana, coinvolgendo i ragazzi del progetto New Generation e i licei triestini».

Complice la splendida giornata primaverile le Rive furono prese d’assalto dai triestini, curiosi di assistere a una cerimonia così emozionante. A fare da madrina venne chiamata Luisa Penso, che, affiancata dallo skipper Max Sirena, da Patrizio Bertelli, Agostino Randazzo (presidente del Circolo della Vela Sicilia) e dal sacerdote chiamato a officiare questo particolare “battesimo”, colpì così forte la bottiglia tanto da ferirsi lievemente a un dito.

Il patron Patrizio Bertelli rimase entusiasta nel toccare con mano la passione dei triestini per la vela e anche Vasco Vascotto ammise una certa emozione, ma soprattutto un grandissimo orgoglio per una cerimonia che ha coinvolto l’intera città nel suo salotto più bello.

Il varo tecnico di Luna Rossa fu l’occasione per presentare anche i triestini più giovani che entravano a far parte del team: Andrea Tesei e Nicholas Brezzi Villi muovevano i primi passi verso ciò che ora non è più un sogno, bensì una grande, reale sfida.

La bellezza di Trieste e l’organizzazione impeccabile di Barcolana portarono le nostre Rive a un passo dalla possibilità di ospitare una tappa delle America’s Cup World Series, poi purtroppo sfumata.

Quell’entusiasmo dimostrato dai triestini non si è affievolito, anzi. E nonostante le regate non cominceranno sabato 6 a causa dei problemi collegati all’impennata di casi di Covid in Nuova Zelanda, quel che è certo è che appena il sipario si alzerà sulla 36a edizione della Coppa America si vedranno tante luci che si accenderanno negli appartamenti alle 4 per seguire le regate. L’appuntamento è rimandato a mercoledì 10 marzo.
 

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