La Spagna prima s’illude e poi crolla sotto i colpi dell’Olanda di van Persie

INVIATO A SALVADOR DA BAHIA. C’era una volta il calcio totale dell’Olanda, ma la Spagna ieri ha detto che non si tratta di una vecchia favola, visto che Louis van Gaal – un’impressionante collezione di panchine di prestigio nella bacheca personale che a fine Mondiale si arricchirà con quella dello United – è riuscito a trasformarlo in una tattica più accorta, equilibrata, quasi italica con tutte quelle ripartenze inserite nel menù Orange. Dire che gli olandesi abbiano proposto immediatamente il 3-4-3 con il rombo a centrocampo che rese famoso l’Ajax quarant’anni fa sarebbe infatti un clamoroso falso. Il vecchio Louis uscendo dal tunnel ha ordinato la difesa a cinque per imbrigliare le accelerazioni dei campioni del mondo in carica. La posizione dei due esterni è fondamentale per trasformare il 5-3-2 in un modulo con il tridente, così come quella dell’ex interista Sneijder che in partenza si sistema a centrocampo e sfrutta lo spazio che lasciano Robben a destra e van Persie a sinistra per inserirsi in verticale. Perciò già al 3’ Speedy Wesley si ritrova sul piede una clamorosa occasione: Casillas – la forza dell’esperienza – si trasforma in un incantatore di serpenti indiano e neppure si tuffa quando intuisce il tiro. Sull’altro fronte Diego Costa, preferito a Torres, non è altrettanto freddo quando Iniesta fa filtrare un pallone in area: Vlaar piazza un tackle rischioso in area, ma esce con il trofeo Brazuca tra i piedi. Da quella parte però si passa. Al 19’ tocca a David Silva seminare il panico, due minuti dopo ecco Iniesta palla al piede. L’Olanda disinnesca il pericolo con il solito Vlaar, aiutato da Janmaat, il cursore del Feyenoord corteggiato dal Napoli; al terzo tentativo, però, la Spagna capitalizza l’azione di Diego Costa guadagnandosi un rigore che il nostro Nicola Rizzoli assegna per un presunto fallo di De Vrij: Xabi Alonso sceglie l’angolo alla destra di Cillessen e non sbaglia. Uno a zero dopo 27’.
A questo punto l’Olanda cambia registro e reagisce: allo scoccare della prima mezz’ora di gioco costringe David Silva a trasformarsi in un terzino per chiudere in diagonale su Blind. La sfida è aperta ma l’Olanda non riesce a coinvolgere van Persie (soli sei palloni toccati dicono le statistiche). Quando lo fa, al 44’, pareggia con un gol di rara bellezza: sventagliata da sinistra di Blind per il centravanti del Manchester United che semina Sergio Ramos e in volo colpisce di testa piazzando un mezzo pallonetto alle spalle di Casillas che così non riesce a battere il record di imbattibilità al Mondiale (517 minuti) di Walter Zenga.
Sotto la pioggia battente che inzuppa l’erba dell’Arena Fonte Nova di Salvador, la Spagna nella ripresa scopre ben presto di avere le gambe pesanti. Gli esterni olandesi adesso sono costantemente in spinta, anche se Sneijder è rientrato a centrocampo per comporre un 3-5-2. Robben resta davanti con van Persie e piazza la zampata: all’8’ nuovo lancio dalla mediana, aggancio con il sinistro, dribbling su Piqué e rete alla faccia dell’intervento di Sergio Ramos che solo smorza la conclusione dell’attaccante del Bayern. Le Furie rosse adesso sono il Borgorosso Football Club: l’Olanda affonda quando vuole, dopo un quarto d’ora ha di nuovo un tridente là davanti: Robben a sinistra, Sneijder al centro, van Persie a destra che centra in pieno la traversa con un potentissimo diagonale. Basta aspettare quattro minuti per il gol, nonostante i cambi spagnoli, Pedro per Xabi Alonso e Torres per Diego Costa (fischiatissimo): Sneijder batte una punizione dalla sinistra, van Persie disturba Casillas, e De Vrij si trasforma in cenerentola insaccando di testa: 3-1. Che botta. La gara si innervosisce, David Silva si vede annullare (giustamente) un gol per fuorigioco, ma l’Olanda continua a spadroneggiare e segnare. Con van Persie al 72’. Con Robben all’80’: 5-1. Adiós España.
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