La Trillini parla da coach: «Non tifo Margherita solo quando sfida le mie»

TRIESTE. Il fioretto è oramai attaccato al chiodo ma lei continua a modo suo a combattere, sostenendo le sue allieve portacolori della Forestale.
Giovanna Trillini è uno dei tasselli di storia della scherma, italiana e internazionale, presente a Trieste in occasione dei campionati Assoluti di scherma, ennesima testimonianza della passerella di celebrità che in queste giornate hanno caratterizzato la vetrina al “PalaRubini”.
Scuola storica di scherma la sua, quella di Jesi, scrigno del fioretto soprattutto femminile, specialità con cui Giovanna Trillini ha conteso per lustri la collezione di metalli alla collega Valentina Vezzali, tra Giochi Olimpici e campionati mondiali.
Regina dei contesti mondiali, con 19 presenze sul podio (9 volte sul gradino più alto) e 8 le medaglie conquistate alle Olimpiadi, di cui 4 pregiate. Vive ora la sua dimensione schermistica da “coach”, il nuovo percorso per inedite sensazioni.
«Sì, molto diverse – ha sottolineato Giovanna Trillini durante una pausa degli assalti degli Assoluti a Trieste – cerco naturalmente di trasmettere quanto posso ma in effetti ora mi rendo ben conto da tecnico di una visuale completamente diversa e altrettanto intensa. Resta una bella sensazione, sia chiaro – ha aggiunto la pluricacampionessa olimpica jesina – scorgo risvolti che non immaginavo nemmeno, analizzo passaggi che prima non pensavo fosse possibile. Insomma, sono tratti che stanno già arricchendo questa mia esperienza lontana dalle pedane».
Materna, metodica o severa? Chissà con quale veste una campionessa come Giovanna Trillini si è messa a disposizione delle nuove leve del fioretto targato Forestalee nazionale italiana?
«Beh, ognuna ha il suo carattere – afferma sorridendo l'olimpionica – e io cerco semplicemente di farmi sentire quando serve, calibrando l'atteggiamento proprio in base alle personalità. Questa attività funziona anche quando si instaura un bel rapporto all'interno del gruppo, anzi è fondamentale e non bisogna mai scordarlo».
Pare siano state proprio le imprese di Giovanna Trillini sulla ribalta dei Giochi a procurare stimoli e ispirare la carriera della triestina Margherita Granbassi, all'epoca alle prime armi e attratta soprattutto dalle conquiste azzurre del '92 alle Olimpiadi di Barcellona, quando la fiorettista jesina riusciva ad entrare nella storia dello sport di tutti i tempi, prendendosi 2 ori nel fioretto, in campo individuale e a squadre, prima atleta italiana negli annali per un bottino del genere.
«Margherita? Sono molto solidale con lei e apprezzo quanto ha fatto per tornare in pedana – ha concluso Giovanna Trillini in versione allenatore – le auguro ogni bene per questa sua svolta in carriera e non tiferò per lei solo quando avrà di fronte le mie ragazze della Forestale...».
Francesco Cardella
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