Motonautica, italiano muore in gara

Massimo Rossi era due volte campione del mondo: polemiche dopo la tragedia
Massimo Rossi, campione del mondo di motonautica nelle classi 250 e 350, morto in conseguenza di un incidente in gara in Germania, in una foto tratat da Facebook. +++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++
Massimo Rossi, campione del mondo di motonautica nelle classi 250 e 350, morto in conseguenza di un incidente in gara in Germania, in una foto tratat da Facebook. +++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++

TRARBACH. Uno schianto terribile durante una gara in Germania, svoltasi su un circuito acquatico largo meno della metà di quanto è consentito in Italia. Così è morto il 24enne rodigino Massimo Rossi, pilota italiano “figlio d'arte” (correva anche il padre), con licenza tedesca e due volte campione del mondo della motonautica categoria 0/250 e 0/350.

L’annuncio della tragedia è stato dato dal presidente della Federmotonautica, Vincenzo Iaconianni. «Rossi, che aveva 24 anni, correva con licenza tedesca - spiega il dirigente - perché aveva un contratto di lavoro in quel paese. L'incidente - aggiunge - è avvenuto su un circuito pericolosissimo, con le nostre regole lì non si sarebbe mai corso. La manifestazione nella quale è avvenuto l'incidente - aggiunge Iaconianni, affranto - si svolge in un circuito la cui larghezza rappresenta meno della metà del minimo consentito in Italia. Abbiamo protestato mille volte per la pericolosità di quella gara, nessuno ci ha mai dato retta. Non so con certezza la dinamica di quanto è avvenuto, ma mi dicono che addirittura dopo essere andato a sbattere sul terrapieno, Rossi sarebbe finito contro un albero. Ci sono dei circuiti dove non si dovrebbe mai correre, e sono tutti all'estero: noi in Italia siamo all'avanguardia per la sicurezza, purtroppo quando i nostri piloti vanno all'estero finiscono nelle mani di macellai...».

Tante polemiche, dunque. In effetti, facendo il paragone con altri sport, dal 1998 se ne sono andati in tanti, perfino un ragazzo tedesco che aveva soltanto 16 anni. L'Italia aveva perso, prima di Rossi e dal 2002 a oggi, altri due campioni come Vincenzo Polli (ad Abu Dhabi, circuito che ha fatto altre vittime) e Paolo Zantelli. Nonostante nella Penisola le regole sulla sicurezza siano molto più rigide rispetto ad altri paesi, c'era stato un morto anche in Italia. Successe a Gallipoli nel 1997, quando l'incidente occorso al sudafricano Anton Van Heerden durante la prova del Mondiale di F1 Inshore si rivelò mortale. Il punto su cui si dibatte da anni è quello dei regolamenti tecnici che non rendono obbligatoria la “capsula di sicurezza”.

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