Nasce in Fed Cup la nuova Italia del tennis in rosa

A Forlì inizia il confronto con la Slovacchia: a guidare le azzurre non più Barazzutti ma Tathiana Garbin
Di Paolo Rossi

FORLI’. Quindici anni dopo non vedremo Corrado Barazzutti spronare Francesca Schiavone. No. Oggi pomeriggio alle 15, al PalaGalassi di Forlì, ci sarà Tathiana Garbin a condurre le azzurre contro la Slovacchia nel primo match di Fed Cup 2017. E’ un cambio storico. Il capitano ha fatto un passo indietro comprendendo quanto questo fosse il momento di iniziare un rinnovamento che non poteva nè doveva passare da lui, e quindi ha lasciato la Federtennis libera di scegliere un ricostruttore. Binaghi, il n. 1, ha voluto una “ricostruttrice”, la neo capitana Garbin. A lei l’onore e l’onere di gettare le basi del futuro, dopo l’abbondanza di successi (4 Fed Cup).

Così oggi, alle 15 (diretta Supertennis) Francesca Schiavone aprirà le danze contro Jana Cepelova, poi Sara Errani affronterà Rebecca Sramkova (al suo debutto). Chi vince la sfida passa ai play-off per tornare nel World Group.

La Garbin ha preso in mano la situazione e ha capito che sulla Giorgi non potrà contare, che la Vinci andrà convinta e sfruttata per le grandi occasioni, e che però ci sono ancora la Schiavone e la Errani ben vogliose di dare una mano e far crescere le nuove generazioni. Così un paio di ragazzine, tipo Martina Trevisan (classe 1993) e Jasmine Paolini (1996), sono state convocate per respirare l’aria della nazionale. E ne sono rimaste entusiaste. «Mi è piaciuto lo stare insieme a un gruppo, dallo staff al medico fino agli accompagnatori» ha per esempio confermato la Trevisan, mentre la Paolini ha confessato la sua prima volta: «Non sono abituata a tutto ciò: per questo è importante esserci, ci aiuta e ci stimola».

Ieri è stato il giorno delle parole, che hanno fatto seguito al sorteggio. Anche fortunato, nel senso che la persona giusta per rompere il ghiaccio non poteva che essere proprio la vincitrice del Roland Garros 2010, Francesca Schiavone. E proprio in base alla sua esperienza che ha cercato di tenere il profilo basso: «Sarà un weekend duro, sia per me che per Sara. Questa squadra sta nascendo, pezzo dopo pezzo. Per me stessa è una situazione nuova: a volte sono io a dover spingere, altre volte sono le ragazze a spingermi». La veterana non ha voluto aggiungere altro, preferendo puntare su argomenti più tecnici, tipo il campo: «E' migliorato rispetto a lunedì, ma è ancora da rivedere. Su questa terra rossa ci si impunta e non si scivola. Per me può essere meglio, così evito di fare una scivolata di un metro e mezzo per poi correre dall'altra parte, mentre magari per Sara sarebbe stato meglio un campo tradizionale». E il pensiero per la Errani va anche alle sue condizioni di salute: oltre al polpaccio dolorante, è stata anche vittima di un virus, ora comunque superati.

Di fronte, fortunatamente, non ci sono le sorelle Williams ma la Fed Cup - come la Davis – ha insegnato che non bisogna mai fidarsi. Per cui la Cepelova, n. 101 del ranking, andrà trattata come fosse la Kerber e la Sramkova (n. 119) come fosse la Sharapova.

A Forlì, insomma, muove i passi la nuova Italia femminile. L’obiettivo è plasmare un gruppo in grado di consolidare il livello degli anni passati, e l’accostamento Errani/Schiavone con Paolini/Trevisan è il mix giusto in grado di vivere la transizione evitando le buche più dure.

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