Neymar si rompe una vertebra Mondiale finito

Deve restare immobilizzato quattro settimane Zuniga: «Intervento di gioco, spero si riprenda»
Di Alessandro Bernini
Brazil's Neymar lies inside a medical helicopter at the Granja Comary training center, in Teresopolis, Brazil, Saturday, July 5, 2014. Neymar was airlifted from Brazil's training camp Saturday and will be treated at home for his back injury. Neymar, the biggest football star in Brazil, was ruled out of the rest of the World Cup after fracturing his third vertebra during Friday's 2-1 quarterfinal win over Colombia. (AP Photo/Leo Correa)
Brazil's Neymar lies inside a medical helicopter at the Granja Comary training center, in Teresopolis, Brazil, Saturday, July 5, 2014. Neymar was airlifted from Brazil's training camp Saturday and will be treated at home for his back injury. Neymar, the biggest football star in Brazil, was ruled out of the rest of the World Cup after fracturing his third vertebra during Friday's 2-1 quarterfinal win over Colombia. (AP Photo/Leo Correa)

INVIATO A SALVADOR. Hanno rotto non un campione. Hanno rotto un loro filho. Perché qui in Brasile adorano Neymar, lo considerano uno di loro, non un invincibile ma uno che ce l’ha fatta ed è rimasto uno di loro. Vederlo in lacrime è stato per tutti un colpo al cuore.

Mondiale finito. Fatale l’infortunio contro la Colombia, il fallo di Zuniga lo costringe a chiudere qui il suo Mondiale. “Frattura della terza vertebra lombare” il referto medico, con il dottore della nazionale Rodrigo Lasmar che ha subito messo le cose in chiaro: «Non è un infortunio grave, nel senso che non occorrerà un intervento chirurgico, ma per guarire dovrà restare immobile».

Comunque a Neymar poteva andare molto, ma molto peggio. Perché una frattura vertebrale può anche coinvolgere il midollo spinale, dove passano i nervi responsabili dell’attività motoria e della sensibilità per cui in questi casi si rischia addirittura la paraplegia. Difficile ipotizzare i tempi di recupero, ma se tutto fila liscio potremmo vedere il gioiello di Mogi das Cruzes iniziare a fare un po’ di attività tra un paio di mesi.

L’addio in elicottero. Ieri è stata una giornata dura per Neymar. Il cappellino bianco con la sigla Njr e la testa bassa non sono riusciti a nascondere le lacrime al ritorno nel ritiro.

Sperava di restare con i compagni fino al termine del Mondiale, ha pregato i medici di lasciarlo lì. Tutto inutile. «Devi restare immobile, qui non è il luogo ideale», ha insistito Rodrigo Lasmar, e anche il ct Felipe Scolari ha parlato a lungo col suo pupillo per fargli capire che comunque la sua presenza si sentirà sempre, ogni giorno, ogni ora, ogni attimo.

Poco dopo pranzo Neymar è salito su un elicottero verde ed è partito da Teresopolis per raggiungere i familiari a Jardim Acapulco, nel Guarujà.

Zuniga minacciato. Adesso in Brasile è partita la crociata contro Zuniga. “La prigione è il minimo per Zuniga”, ha titolato ieri il Jornal do Brasil, mentre sui social network sono arrivate anche minacce di morte, giusto per farvi capire che aria tira da queste parti. Intanto la Federcalcio brasiliana, ha inoltrato una richiesta formale per chiedere una sanzione esemplare. Ora la Fifa aprirà un’indagine sull’infortunio. «Stiamo aspettando le relazioni degli ufficiali della partita, quindi ci riuniremo e analizzeremo tutti gli elementi necessari al fine di valutare la questione», ha detto appunto uno dei portavoce della Fifa. Lo stesso Zuniga si è difeso: «Intervento di gioco, spero si riprenda presto».

Le ansie di Scolari. Poi c’è anche il Brasile, la squadra. Che adesso dovrà affrontare la semifinale contro la Germania senza Thiago Silva (squalificato) e appunto senza Neymar.

«La squadra senza di Lui: un incubo» il titolo sulla striscia della tv O Globo, per la gioia di chi dovrà sostituire Neymar. Comunque il ct Scolari ha pronta l’alternativa: il suo pupillo Bernard, folletto dello Shakhtar, giocatore con altre caratteristiche rispetto a Neymar ma forse la soluzione più affidabile. Ma al Brasile servirà soprattutto il cuore e la spinta della torcida per rialzarsi da questa ginocchiata.

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