Nuoto, Codia non si ferma più: Universiadi e poi i Mondiali

TRIESTE. «Ero un po' dubbioso su cosa aspettarmi perchè ci eravamo preparati per fare i tempi per il Sette Colli, ma alla fine ne abbiamo fatti di egregi anche in Turchia e come squadra abbiamo battuto il record di medaglie vinte ai Giochi, che credo resistesse dal 1997». Il nuotatore triestino Piero Codia, 1989 in forza al Circolo Canottieri Aniene di Roma da cinque anni, commenta così la spedizione azzurra ai Giochi del Mediterraneo di Mersin, che lo ha visto tra i protagonisti. Reduce dal terzo posto nei 50 delfino con tanto di record italiano (23"58) al tradizionale meeting internazionale di Roma, l'ex Triestina Nuoto è arrivato secondo nei 50 e terzo nei 100 delfino a livello individuale in terra turca e ha conquistato l'oro con la staffetta mista.
Piero, quali erano gli obiettivi stagionali all'inizio dell'annata?
Qualificarmi per i mondiali dopo non averlo fatto purtroppo lo scorso anno e partecipare ai Giochi del Mediterraneo e alle Universiadi. Tre appuntamenti centrati... Sì e sono andato a medaglie, come sognavo, intanto in Turchia. Adesso vediamo come andranno le Universiadi (in programma a Kazan dal 10 al 17 luglio, ndr), dove il livello è molto alto, ma in ogni caso ci proverò a salire sul podio. E per i mondiali di Barcellona eravamo in attesa delle convocazioni...(arrivate il primo luglio, ndr).
In Russia quali gare farai?
I 50 e i 100 farfalla e la staffetta mista.
A quale facoltà sei iscritto? Scienze motorie. E' difficile coniugare sport e studio tanto che sono al primo anno e faccio qualche esame appena possibile.
Allora ti vedi sempre nell'ambiente sportivo anche in futuro?
Sognavo di fare il nuotatore da ragazzino e ci sono riuscito; quando smetterò, vorrei fare l'allenatore di nuoto o il professore di educazione fisica. Passando per un'olimpiade, magari quella di Rio 2016... Le prossime olimpiadi sono sicuramente un mio traguardo da raggiungere e più in generale i giochi a cinque cerchi sono il sogno di tutti, ma non devono diventare un'ossessione. Se si capisce di non poterli raggiungere, bisogna accettarlo.
Quale è la molla, che spinge ad andare avanti un atleta in una disciplina dura come il nuoto?
Il desiderio di migliorarsi, ma per riuscirci devi trovarti in un bell'ambiente, avere un allenatore bravo e una fidanzata che ti sprona (la nuotatrice di fondo Giorgia Consiglio nel caso di Piero Codia, ndr).
In cosa pensi di essere migliorato di più da quando sei all'Aniene?
Un po' in tutto, ma devo dire che avevo una buona base di partenza e non avevo carenze particolari.
Quale è la tua specialità preferita?
Mi piace il dorso e mi ci sono concentrato fino a quando ero Junior, ma ho fatto fortuna con il delfino.
Per poter diventare atleta professionista è proprio necessario andar via da Trieste?
Se ci sono i soldi, gli allenatori e i dirigenti possono tirar su gli atleti ovunque. A Trieste la maggior parte dei ragazzi non ha, però, la mentalità di far diventare lo sport un lavoro, ma quella di farlo con l'idea di farsi la birretta alla fine in compagnia. Bisogna aver voglia di fare sacrifici ed è questo, che fa la differenza. Non si può paragonare Trieste a Roma perchè la capitale è dieci volte più grande, ma è anche vero, che all'Aniene - fermo restando che la società ha tante sedi e moltissimi tesserati - facciamo due allenamenti al giorno e questo è molto difficile da fare a Trieste visto che alla mattina la piscina è a disposizione solo con orari poco idonei. Spero, in ogni caso, che a Trieste possa emergere qualcun altro.
Quale tipo di accordo hai con l'Aniene?
Non c'è un contratto come ad esempio quello dei calciatori, bensì ho una borsa di studio mensile.
A quali nuotatori ti ispiri?
A Michael Phelps come tutti e ad Aaron Peirsol.
Massimo Laudani
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