Ocean race, le emozioni di Bolzan

Sono ormai da quasi una settimana in Oceano, eppure tutte le sette barche impegnate nella prima tappa della Volvo Ocean race, da Alicante in Spagna (da dove è partita l’11 ottobre) a Città del Capo in Sudafrica, sono lì, in un fazzoletto.
A osservare il “tracker” sul sito www.volvooceanrace.com le sette barche - ieri pomeriggio al largo del Senegal - sembrano incollate l’una all’altra. E da bordo di Alvimedica, l’unico italiano in gara, l’Alberto Bolzan da Romans d’Isonzo, lo ha confermato attraverso il sito del team: «I primi giorni di questa Volvo per me sono stati stupendi - ha fatto sapere il tattico italiano -, siamo ancora tutti attaccati come se invece di una tappa della Volvo Ocean Race stessimo affrontando una regata costiera di poche ore.
Uscire dal Mediterraneo non è stato per niente semplice, poco vento che saltava molto e gran corrente a Gibilterra: abbiamo fatto più cambi di vele lì che in una vita intera! Poi, una volta usciti in oceano abbiamo trovato vento fino a 35 nodi in bolina, subito per assaggiare cosa vuol dire stare nella flotta in ogni condizione. Poi vento in poppa attorno ai dieci nodi, mentre negli ultimi giorni della scorsa settimana abbiamo fatto una guerra di strambate usando ogni minimo salto di vento. La classifica viene stravolta di continuo, da primi a ultimi ci sono passati tutti… Con le barche tutte uguali è veramente bello, le prestazioni sono uguali e tutti sono qui a lottare per vincere, nessun inseguitore. La vita a bordo è buona, il morale alto e siamo determinati a fare bene»
E in effetti ieri pomeriggio, ad esempio, Alvimedica appariva in sesta posizione, ma divisa da un niente dalle altre, subito dopo aver superato l’arcipelago di Capo Verde. «E' difficile spiegare la complessità del meteo in questa parte del mondo. Nessun modello di computer o meteorologo può prevedere con precisione i venti perché l'aria qui è secca e calda» scriveva ieri il reporter di bordo di Alvimedica: «Devi essere paziente, tollerante e positivo».
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