Oggi c’è la maxi-crono crocevia della corsa
JESOLO. Sessanta chilometri. C’è forse un solo corridore che conosce metro dopo metro, curva dopo curva, buca dopo buca il percorso. È un ex corridore, Marzio Bruseghin. Nel 2008, a 34 anni, giunse terzo al Giro. Non uno qualsiasi ma il primo vinto da Alberto Contador.
Il “Bruss”, dunque, è un Cicerone perfetto, anche perché era un cronoman. «Da tanto al Giro non proponevano una cronometro così lunga – spiega il veneto che risiede sulle colline di Vittorio Veneto –. Per fortuna se pioverà non sarà un grosso problema, perché ci sono solo un paio di rotonde e le discese sono scorrevoli». Ecco la radiografia dei 59,4 km. «I primi 30 sono pianeggianti, adatti a un cronomen, poi ci sono due salitelle intervellate da un tratto in pianura prima di arrivare a Valdobbiadene con l’ultimo tratto di nuovo pianeggiante. È una prova in cui si fa velocità, anche se anche i non specialisti potrebbero salvarsi».
Perché? «Semplice – secondo Bruseghin –. Gli uomini di classifica, quelli di fondo, potranno limitare i danni anche se non sono specialisti. La crono però sarà ancora più fondamentale di quanto si riteneva alla vigilia del Giro. Si sapeva che, visto il chilometraggio elevato, questa prova contro il tempo avrebbe orientato la corsa, ma l’atteggiamento del gruppo proprio per “paura” della crono ha fatto aumentare la difficoltà della corsa rosa. L’Astana di Fabio Aru, ad esempio, ha cercato di mettere pressione a Contador, guadagnare più terreno possibile. La corsa si è fatta dura. E poi le coseguenze della tappa, oltre che sulla classifica, stasera si sentiranno anche sulle gambe del gruppo. E domani ad aspettarli ci saranno i duri chilometri del primo tappone alpino di Madonna di Campiglio».
Un crocervia del Giro, dunque. Come affrontare questa prova? Con che bici? Alimentandosi anche in corsa? L’ex pro non ha dubbi: «Bici da crono, per le ruote: alto profilo davanti, lenticolare dietro. I corridori resteranno in sella al massimo 70 minuti, basterà integrare con una borraccia i liquidi persi o ingerire zuccheri. Le curve, insomma, non sono pericolose».
Il “radiografo” Bruseghin ha finito il suo lavoro. Chi vincerà il Giro? «Nel 2008, quando arrivai terzo, Contador entrò in condizione nell’ultima settimana, ora Alberto è arrivato più in forma. Nelle corse a tappe è super, anche se Fabio Aru mi piace, ora è in rosa. Attacca, è simpatico e la gente gli vuole bene».
Bruseghin è orgoglioso della “sua” crono. Ora è produttore di Prosecco e alleva gli asini. Più di quando correva. «Sono 43, servono a brucare l’erba nei vigneti: facciamo il Prosecco biologico. Quarantamila bottiglie l’anno», cerca di minimizzare. Bravo “Bruss”, il radiografo della crono-crocevia. Per qualcuno in carovana oggi sarà il giorno più lungo.
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