Pallavolo, Michelli (Fipav Fvg): «Nel volley triestino le società siano più coese»

«Ci vuole progettualità. Una soluzione in stile Samer-Pallanuoto Trieste sarebbe fantastica»

Riccardo Tosques

TRIESTE. «I triestini se la ricordano ancora molto bene la finale promozione con oltre 6 mila persone a spingere l’Adriavolley verso la serie A1: fu uno dei momenti più suggestivi per la pallavolo della nostra città, un apice mai più raggiunto».

Alessandro Michelli, presidente regionale della Federazione italiana pallavolo, ricorda vividamente l’ultimo grande exploit maschile del volley alabardato. Correva l’anno 2003.

Michelli, Trieste quando sarà pronta per tornare in A1?

Quel progetto fu un unicum che fece entusiasmare gli sportivi triestini ma che iniziò a spegnersi malinconicamente già l’anno dopo con una retrocessione e con fatti extrasportivi che condizionarono poi le sorti del club. Ci vuole progettualità per arrivare e rimanere ai massimi livelli.

Però la pallavolo in Friuli viaggia a buonissimi livelli. Come mai?

Perché Trieste pecca nella coesione sociale ed economica che nel vicino Friuli è molto più presente. Fermo restando l’ottimo operato della New Virtus in B2, a livello femminile il volley di alta qualità si è spostato oltre l’Isonzo.

Per unire le forze le società slovene di Trieste e Gorizia hanno dato vita allo SloVolley. Un progetto da imitare?

Un’unità maggiore tra i club cittadini triestini sarebbe auspicabile. A livello maschile il Cus potrebbe e dovrebbe essere il punto di riferimento della pallavolo triestina a livello maschile. Vista la tradizione universitaria di Trieste, il club ha le caratteristiche per fungere da guida per le altre realtà.

Trieste vanta oltre 2.000 tesserati alla Federvolley, ma vista la scarsità di impianti, c’è sempre una “battaglia” per trovare spazi per allenarsi e giocare. Soluzioni concrete?

È da almeno 30 anni che non c’è una programmazione per nuovi impianti per il volley e per il basket. Le palestre scolastiche non possono essere la soluzione: ci vogliono almeno due nuovi impianti ad hoc. Penso ad esempio al progetto della palestra di via Modiano: sarebbe interessante sedersi attorno ad un tavolo con Comune e soprattutto Regione per riaffrontare quella proposta.

La pallavolo triestina potrebbe tornare a giocare ad alti livelli con qualche imprenditore alle spalle?

Sarebbe fantastico poter applicare alla pallavolo il modello virtuoso di Enrico Samer e la Pallanuoto Trieste, ma prima tutti i club dovrebbero lavorare in maggior sinergia: curare sempre e solo il proprio orticello non serve a nessuno.

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