Pianigiani a Trieste: spirito ok, qui adesso si dovrà dare forma all’Italia FOTO E VIDEO

Il ct della Nazionale di basket confida nel periodo di lavoro in città per mettere a punto la squadra che farà l’Europeo
Il ct della Nazionale di basket, Simone Pianigiani, al PalaRubini
Il ct della Nazionale di basket, Simone Pianigiani, al PalaRubini

TRIESTE. Riavvolgiamo il nastro di un paio di settimane e torniamo al 20 luglio a Milano, alla presentazione della Nazionale in partenza per il ritiro di Folgaria. C’era un’atmosfera diffusa da primo giorno di scuola denso di aspettative. O meglio: di speranze di aspettative, dato che il quaderno era ancora tutto da scrivere. Da allora a oggi sono stati completati le prime due fasi di preparazione (Folgaria e Trentino Cup) e soprattutto ci sono stati i primi riscontri del campo a Trento, appunto. Pur senza Belinelli, Gallinari e Bargnani.

Pianigiani, come è evoluta la situazione da quel giorno a Milano ad oggi? Quando si fa sport, a maggior ragione se si indossa la maglia della Nazionale, è giusto all’inizio coltivare il sogno. Quell’idea è bene conservarla, ma poi c’è da valutare la quotidianità reale e finora posso dire che l’atteggiamento dei giocatori è sicuramente positivo, c’è un buon clima di lavoro con tutti grazie al feeling creato nelle scorse estati. È chiaro che tutto ciò da solo non basta per competere ai massimi livelli. Diciamo che questa prima fase a Trieste, in cui possiamo finalmente lavorare tutti insieme, ci darà la misura di dove siamo e di quanto ci sarà da crescere durante le partite. Perchè poi si comincerà a giocare i tornei e a quel punto, fra partite e trasferimenti, gli allenamenti diventeranno soltanto di aggiustamento e di rifinitura.

Italbasket a Trieste: obiettivo Europei
L'Italbasket in allenamento al PalaRubini

Lei ha detto che all’Europeo bisognerà saper cogliere l’attimo. Ma che per poterlo fare, in questa preparazione sarà importante mettere a posto piccoli e grandi dettagli nel gioco. Cosa è stato sistemato finora e cosa ancora c’è da fare? L’idea del gioco che noi vogliamo sviluppare, le tracce di quella che dovrà essere la nostra identità tecnica, soprattutto offensiva, ci sono. Dobbiamo invece sviluppare una personalità e una durezza difensiva diversa. E all’interno del nostro sistema di gioco non avere pause dal punto di vista delle scelte e dell’applicazione. Ci sono momenti critici, è ovvio, ma non dobbiamo smettere di essere noi stessi anche nei momenti di difficoltà. E noi invece, sia durante gli allenamenti sia durante la Trentino Cup, abbiamo evidenziato pause collettive che dobbiamo assolutamente cancellare in questi giorni.

Con la versatilità di molti suoi giocatori e l’atipicità del vostro sistema di gioco, l’inserimento dei tre Nba non è solo una semplice addizione aritmetica in un gruppo, è un’alchimia un po’ più complessa. Come sta andando? C’è già stato un percorso di condivisione con Mago, Beli e Gallo, quindi hanno ben chiaro in testa il lavoro da fare. Per noi loro sono un valore aggiunto, grazie alle loro qualità e anche alle loro caratteristiche: Gallinari, Belinelli e Bargnani in sostanza devono rinforzare questa nostra atipicità. L’idea di gioco comune ce l’hanno, la disponibilità anche. Ora si tratta di cercarsi e trovarsi, fra di loro e con gli altri, in base alle proprie caratteristiche individuali. Particolare non differente: devono farlo giocando la pallacanestro europea, che è un po’ diversa da quella Nba a cui sono abituati. Adesso possono lavorare anche con i contatti e da questo punto di vista le partite dei prossimi tornei di preparazione ci dovranno aiutare molto.

Italbasket, primo allenamento al PalaRubini

La scelta dei 12 da portare all’Europeo sarà fatta proprio in base alle attitudini dei singoli al vostro impianto di gioco o avverrà semplicemente per ruoli? E quando avverrà questa ultima scrematura? Almeno fino al torneo di Capodistria sicuramente saremo tutti insieme, poi dipenderà anche da fattori del momento come le condizioni di forma, l’integrità fisica e così via. Però oggi l’idea è che tutto il gruppo faccia l’intera preparazione insieme, perchè tutti vivano fino in fondo questa esperienza e soprattutto perchè, dovesse mai capitare un accidente all’ultimo momento, è bene che tutti emotivamente siano ancora pronti. In quanto ai criteri di valutazione, dovremo portare all’Europeo i giocatori che, oltre a essere i più in forma, siano non solo capaci di incastrarsi fra loro, ma anche di sapersi adattare e di poter dare un contributo importante in situazioni contingenti che si potrebbero creare nelle singole partite.

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